Una donna newyorkese di 57 anni di nome Diane, deve la vita al suo fedele amico a 4 zampe Troy, un bellissimo Dobermann che avrebbe annusato un tumore al seno. Il cane, infatti, a detta della proprietaria, si comportava in maniera inusuale strofinandosi continuamente sul suo petto. Diane, subito dopo, ha iniziato anche ad avvertire un forte prurito al seno. Doppiamente insospettita, ha voluto vederci chiaro.
Ha scoperto così di avere un nodulo al seno maligno. Diane è fermamente convinta che sia stata Troy a salvarla perché ha fiutato il tumore e in qualche modo ha cercato di comunicarglielo, anche se in modo “strano”. La cosa però non è così singolare, diversi studi, infatti, hanno dimostrato che i cani hanno la capacità di riconoscere con l’olfatto la presenza di alcuni tipi di tumore, ma anche il calo di zucchero nel sangue delle persone affette da diabete di tipo 1, la narcolessia o il raro morbo di Addison.
In America e in Inghilterra esistono già dei cani che lavorano nelle corsie degli ospedali come “fiuta tumori”, ma anche in Italia è iniziata una sperimentazione a tal proposito, condotta dall’associazione Medical Detection Dogs Italia, che si occupa di ricerca medica proprio grazie all’aiuto dei cani. Nello studio sono stati coinvolti 2 Labrador, Lucy e Glenn, precedentemente addestrati in Gran Bretagna. I cani hanno preso servizio in Trentino a Pergine Valsugana e sono in grado di individuare carcinomi alla vescica, prostata, polmoni e reni.
Ai cani vengono sottoposti contenitori di urine congelate e fatte fiutare, prima da uno e poi dall’altro. Se le cellule risultano malate Lucy e Glenn si siedono o si sdraiano, mentre se il campione è negativo restano in piedi. Questo metodo di diagnosi è altamente attendibile (nel 98% dei casi), questo perché il tessuto canceroso ha un odore particolare che i nostri amici a 4 zampe possono fiutare nelle urine e nel fiato di chi è ammalato. Non dimentichiamo che i cani hanno più di 250 milioni di sensori olfattivi nel naso!
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