La crisi economica che non accenna a lasciare il nostro paese colpisce anche gli animali domestici. Le famiglie sempre più spesso non riescono più a gestire le spese veterinarie e di amministrazione ordinaria del proprio pet, e sono costretti a lasciarli in strutture pubbliche, o peggio, ad abbandonarli. Ma non solo, i canili italiani sono stracolmi di cani di tutte le razze e di tutte le età, mentre i fondi destinati a queste strutture sono in continuo calo.
I fondi per la tutela del benessere e per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia, che il Ministero della Salute hanno iniziato a stanziare ogni anno a partire dal 1991, nel 2012 sono stati di oltre trecentomila euro, che è esattamente un decimo rispetto all’anno 2010. Insomma, fondi in calo per il benessere dei pelosini sfortunati abbandonati o non più detenuti, e spesso le associazioni che si occupano delle strutture cercano fondi e aiuti da privati, anche se è sempre più difficile reperirli.
Il fondo che abbiamo indicato sopra pensate che viene distribuito diversamente alle regioni a seconda di tre criteri: il 42% della disponibilità viene elargito in base al numero dei cani e dei gatti di proprietà, il 33% in base numero dei cani e dei gatti randagi presenti e il restante 25% in base al numero degli abitanti delle regioni e province autonome. Ovviamente in base a questi criteri vi è una grandissima differenziazione tra quanto viene elargito nelle regioni del nord e del sud.
A parte i criteri di ripartizione, il dato che fa riflettere è quello relativo al calo di questi fondi, insufficiente per gestire correttamente tutti gli animali domestici rinchiusi nei canili. Speriamo che la situazioni migliori sensibilmente e che il numero dei cani abbandonati su strade ed autostrade cessi di aumentare.
Fonte Wired
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