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Corse dei Levrieri, migliaia di decessi l’anno

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In Italia le corse dei Levrieri e dei cani in generale sono oramai illegali. Basti pensare che l’ultimo cinodromo, quello di Roma, ha chiuso i battenti nel 2002. In Europa, però, l’industria delle corse ha interessi economici per miliardi di euro ed è gestita da 2 potenti organizzazioni: l’Igb in Irlanda e il Gbgb in Gran Bretagna.

Accanto ai guadagni, però, ci sono anche le vittime… secondo la Pet Levrieri Onlus, sono 70mila i Levrieri (Galgo, Greyhound e Lurcher) uccisi in Irlanda, Regno Unito e Spagna, dopo essere stati utilizzati nelle corse o nella caccia a vista. La cosa impressionante e di cui onestamente ero all’oscuro, è che l’industria delle corse riceve indirettamente anche i fondi dell’Unione Europea! Perché in Irlanda ricade nel dipartimento dell’Agricoltura e i Levrieri sono classificati come “beni agricoli”.

Nel business delle corse, come ha spiegato Stefania Traini, presidentessa dell’Associazione:

I Levrieri diventano merci prima ancora di nascere con cucciolate pianificate per generare un surplus di cuccioli rispetto a quelli che possono essere assorbiti dall’industria, perché ognuno cerca il campione e per farlo si mettono al mondo più cuccioli di quanti arriveranno a correre. E dal momento che le corse sono competizioni, i cani non devono sviluppare la tendenza alla collaborazione tipica dei cani da caccia. Per questo si cerca di limitare la socializzazione e i comportamenti di gioco al minimo indispensabile. I cani passano generalmente gran parte del proprio tempo in gabbia e spesso con la museruola.

Durante la competizione i cani arrivano a correre a 60 km/h e la prima curva è spesso letale. Nella maggioranza dei casi, se infortunato il cane viene soppresso, perché il danno potrebbe influire sulla capacità futura di gareggiare. C’è solo da indignarsi.

Photo Credit| Thinkstock

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