Come insegnare al gatto a riconoscere il proprio nome? Riuscire a far comprendere al felino quale sia il termine utilizzato per identificarlo non è un’operazione così difficile quanto possa sembrare a un primo impatto: vediamo insieme come fare.
Il tono di voce è importante
Insegnare il suo nome al gatto è qualcosa che i padroni di questo animale domestico fanno essenzialmente senza rendersene conto ogni volta che iniziano ad attirare la sua attenzione con un nome specifico. Quel che è necessario comprendere è che è molto più complicato educare in modo corretto un gatto domestico piuttosto che insegnargli a riconoscere il proprio nome. Il segreto sta nel associare il nome scelto per lui a qualcosa che gli stimoli ricordo in maniera positiva e che contribuisca in questo modo a far sì che lo stesso al sentirsi chiamare capisca di dover andare verso il suo padrone.
La prima cosa da fare quando si vuole insegnare al gatto al suo nome è quella di sceglierne uno il più corto possibile: per quanto possa piacere trattare il nostro amico a quattro zampe felino con dolcezza e vezzeggiativi anche nel parlare, utilizzare il più possibile un tono di voce calmo e privo di accezioni renderà più facile farlo abituare al richiamo. Il consiglio è quello di utilizzare sempre lo stesso tono di voce affinché il felino abbia meno difficoltà ad associarlo alla sua persona.
Sebbene questo procedimento abbia maggiori possibilità di essere portato a compimento in meno tempo quando il gattino è cucciolo non è difficile riuscire a far abituare al proprio nome anche un gatto che è stato adottato da adulto.
Scegliere il momento giusto per insegnare al gatto
Per insegnare correttamente il nome al proprio gatto bisogna scegliere anche il momento giusto nel corso della giornata per farlo: il consiglio è quello di puntare su quei momenti nei quali il gatto è vigile ma non distratto dei giochi oppure su quelli appena successivi ai pasti: quando sazio l’animale risulta essere più rilassato.
Quando si adotta un animale adulto che non ha già un nome, ci si deve preparare ad avere una maggiore pazienza a causa dei possibili traumi psicologici che lo stesso potrebbe aver vissuto.
Come accade anche per l’educazione dei cani, associare il nome a un premio è uno degli strumenti più validi per riuscire nel proprio scopo: esso deve essere scelto in modo accurato, evitando di scegliere qualcosa che il gatto può trovarsi a mangiare anche nel corso dei suoi pasti regolari.
Il felino deve essere chiamato con un tono chiaro e forte ma affettuoso rimanendo a circa 50 cm di distanza da lui: quel che è importante raggiungere come scopo è quello di far capire al gatto che la ricompensa arriva solo se obbedisce.