Anche i gatti possono subire un’infezione da Escherichia coli. Si tratta infatti di un batterio che abita abitualmente nel basso intestino della maggioranza dei mammiferi a sangue caldo. La sua presenza è dunque fisiologica e benigna (si parla di “batteri buoni”), ma in determinati casi può assumere le dimensioni di un’infezione, per la sua proliferazione incontrollata: si parla in tali contesti di colibacillosi.
Sintomi
Come riconoscere i sintomi di una Colibacillosi nel micetto? Di solito si manifesta improvvisamente ed il gatto potrà mostrare i seguenti segnali:
- Depressione e mancanza di desiderio di giocare
- Disidratazione
- Inappetenza e vomito
- Diarrea
- Rapida frequenza cardiaca
- Debolezza
- Letargia e sonnolenza
- Pelle fredda a causa della bassa temperatura del corpo
- Mucose di colore bluastro/ viola (gengive, narici, labbra, orecchie, ano )
Si tratta di sintomi non proprio specifici, quindi in tali casi basterà condurre il gatto dal veterinario che potrà cercare i batteri in questione nel sangue, nelle urine e/o nelle feci per una diagnosi precisa.
Cause di colibacillosi
Ma cosa può rendere dei batteri buoni aggressivi a tal punto da sviluppare un’infezione? In generale i fattori di rischio per questo tipo di infezione riguardano le cattive condizioni di salute e nutrizionali dei gatti, specie delle gatte incinte. L’E. coli, questo il nome abbreviato con cui chiamiamo tale batterio che colpisce anche i cani e gli esseri umani è più frequente nei gattini appena nati, nel primo mese di vita. Il colostro di mamma gatta è fondamentale nella protezione dei nuovi nati. Però se la gatta ha un’infezione da E. coli in gravidanza può trasmetterla ai piccoli in utero o durante il parto, oppure durante l’allattamento se le ghiandole mammarie sono infiammate. Questo capita soprattutto quando la colibacillosi arriva a diffondersi nel sangue dando origine ad una delle sue maggiori complicanze, la setticemia. Anche se questa infezione è più comune nei gatti giovani, non risparmia quelli anziani, benché in loro sia solitamente meno grave: in tali casi per lo più la causa è dovuta all’inserimento di cateteri o agli ambienti poco salubri ed affollati in cui vivono. Tutti questi aspetti vanno tenuti presenti per prevenire l’infezione, favorendo l’immediato allattamento subito dopo la nascita e mantenendo igienicamente sano l’ambiente del parto e dei primi giorni di vita dei gattini.
Quale cura per l’infezione da E.coli nel gatto?
Poiché la colibacillosi è una condizione acuta, i gattini con forme violente necessitano di trattamenti urgenti e in strutture specializzate: vanno ripristinati i fluidi corporei persi, ma soprattutto va iniziata una terapia antibiotica. Purtroppo, a causa del sistema immunitario non sviluppato adeguatamente, nei gatti appena nati, non sempre si fa in tempo a salvare vita al piccolo. Durante il periodo post critico, quando invece il pet si riesce a curare, sarà necessario eseguire dei test colturali di controllo e garantirgli una sana alimentazione ed un ambiente igienico.
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