Sono trascorsi 25 anni dal disastro di Chernobyl, ma l’incidente che provocò l’immissione nell’aria di un gran numero di particelle radioattive continua a causare danni non soltanto agli esseri umani, ma anche agli animali. La biodiversità in generale, continua a soffrire degli effetti di quel tragico evento e a confermare questo dato, arrivano i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”. Sembra, addirittura, che le popolazioni di mammiferi ed uccelli in tutta la zona siano in forte e continua diminuzione, segno che le condizioni di vita non sono ottimali.
La ricerca ha compreso un periodo tra il 2006 e il 2009 e ha riguardato, in particolare, gli esperti del Sud Carolina e del Cnrs francese, i quali si sono occupati degli esemplari che vivono nella zona dove sorgeva la centrale, soprattutto riguardo agli insetti, uccelli e mammiferi. Lo scenario che ne è venuto fuori, non è dei più consolanti: “Abbiamo trovato– riferiscono gli esperti – diminuzioni fra l’1.5 e il 26,5%, più consistenti tra i mammiferi e gli uccelli, dove arrivano ad essere 18 volte maggiori che nelle altre specie”.
Sembra, secondo i dati raccolti, che il problema sia maggiore riguardo agli animali in grado di percorrere grandi distanze ed, inoltre, soffrono maggiormente le specie le cui popolazioni erano piuttosto abbondanti prima dell’incidente. Gli uccelli in particolare, mostrano degli effetti fisici reali legati all’esposizione alle radiazioni. Timothy Mousseau, autore della ricerca ha spiagato ai microfoni della Bbc: “Nei nostri studi sulle rondini, abbiamo trovato molti esemplari con tumori alle zampe, al collo e intorno agli occhi. Pensiamo che questi uccelli siano più sensibili agli effetti delle radiazione, perchè le lunghe migrazioni aumentano lo stress“. Tuttavia, gli effetti di questo disastro nucleare non sono del tutto chiari, visto che qualche mese fa un altro scienziato aveva parlato del luogo come “un paradiso per gli animali” per la scarsa presenza umana.
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