In questo periodo si discute molto del controverso Festival di Yulin, dedicato alla carne di cane e di gatto: un consumo di tali animali è abbastanza diffuso in tutta la Cina, soprattutto nella parte sud del paese. Ma ciò che inorridisce è l’accanimento che questi popoli delle zone rurali hanno dimostrato dei confronti di questi animali, spesso torturati prima di essere consumati. In questo scenario di orrore, il sig. Yang Xiaoyun, un insegnante in pensione, è una voce fuori dal coro.
Yang ha 65 anni e gestisce un rifugio per animali, nel quale hanno trovato scampo ben cento cani, sottratti alla furia omicida umana, ed alla macellazione. Partendo da Tianjin quest’uomo ha percorso più di 2400 km ed ha speso più di 7.000 yuan (circa 1.100 dollari o 990 €) per raggiungere la città di Yulin e salvare cento cani da morte certa. Gli amici a quattro zampe in questione sono stati tutti trasportati presso il suo rifugio, curati e rifocillati, in attesa di essere magari adottati da una famiglia che voglia loro bene.
Insomma un uomo che, pur cinese, e pur devono alle tradizioni, ha avuto il coraggio di dire basta alla macellazione di cani e gatti, alle torture cui sono sottoposti, salvandoli da un destino crudele, eseguito con modalità che non trovano giustificazione alcuna. Speriamo che altri seguano l’esempio di Yang Xiaoyun e decidano di dire basta a tradizioni dove l’unica protagonista è la sofferenza di esseri viventi. Per firmare la petizione contro questa strage, ecco il link di riferimento.
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