Ratti nudi: conosciamoli meglio

ratti nudi

Una varietà di ratti che inizia ad essere molto diffusa come animale domestico è quella dei ratti nudi, che nonostante appaiano molto diversi dai comuni ratti non costituiscono una specie a se stante. A causa di una mutazione genetica questi roditori possiedono la caratteristica di essere “nudi” ovvero di non avere la pelliccia, e questo ha fatto sì che molti di loro venissero usati dall’industria cosmetica per testare i prodotti; alcuni di questi animaletti sono stati poi adottati e hanno trasmesso il gene della nudità tra i ratti da compagnia.

La caratteristica principale di questi ratti è quella di non avere assolutamente peli sul corpo, a parte i baffi e di alcuni ciuffetti di pelo molto radi sul muso e sulla testa; la pelle nuda è morbida, calda al tatto e di solito di colore rosa, anche se esiste la varietà “black hooded”, che possiede la pelle pezzata di nero lungo il dorso, e la varietà cosiddetta “nera”, la cui pelle è color cioccolato.

A parte il loro aspetto estetico che, per chi ama i roditori, non può che apparire tenero e simpatico, il loro pregio maggiore è quello di avere un carattere particolarmente adatto per essere un animale da compagnia, in quanto amano moltissimo il contatto con il padrone e sono affettuosi e giocherelloni.

L’importanza della ruota nella gabbia dei criceti

importanza ruota criceti

Nella gabbia per i criceti la ruota è un accessorio importantissimo per il benessere del vostro piccolo amico che in natura è abituato a muoversi molto; in cattività purtroppo non è possibile ma almeno con questo accessorio potrà tenersi in forma e fare un po’ di movimento; per molti criceti, inoltre, la ruota è un ottimo giaciglio nel quale amano dormire. In ogni caso è difficile che un  criceto non apprezzi e non usi la ruota: alcuni studiosi hanno calcolato che in una sola notte un criceto può percorrere anche 25 km.

Esistono due tipi di ruote per criceti: quelle con l’appoggio a terra, utili per le i terrari e per le gabbie in plexiglass e quelle con il gancetto per le gabbie a sbarre; è importante che la ruota sia in plastica piena e mai con i raggi aperti, perché le zampine del piccolo roditore potrebbero rimanerci incastrate.

Un difetto delle ruote in plastica, sempre e comunque rigorosamente atossica, è che possono diventare cigolanti a forza di essere usate; per ovviare a questo problema basta usare un cotton fioc imbevuto di olio d’oliva e passarlo sul perno del meccanismo; attenzione a non esagerare con l’olio perché il criceto potrebbe ungersi il pelo passandoci vicino oppure leccarlo.

Il surmolotto: un roditore come animale da compagnia

surmolotto

Il surmolotto (Rattus norvegicus) è un roditore che assomiglia molto al topo classico, con la differenza di essere notevolmente più grande: può raggiungere, infatti, i 25 centimetri di lunghezza; questo roditore, a dispetto del suo nome, non è originario della Norvegia bensì dell’Asia orientale. Fisicamente si presenta simile al topo, con il mantello grigio-brunastro, la coda nuda lunga all’incirca 20 centimetri.

Nonostante non goda di ottima fama, questo topo, come gli altri roditori, è un perfetto animale domestico: si affeziona al padrone, è fedele, giocherellone, vivace, socievole e molto intelligente; inoltre è semplice da allevare e, tanto per sfatare un altro luogo comune, se tenuto bene non emana cattivo odore, non a caso i surmolotti sono molto delicati a livello dermatologico, e quindi è importante curare l’igiene del pelo, della gabbia e degli accessori.

Il surmolotto è roditore diurno e onnivoro, che può mangiare di tutto, anche se la sua dieta ideale dovrebbe comprendere semi e fiocchi di cereali pellettati, frutta e verdura ben lavate e periodicamente delle proteine di origine animale, come uova o larve, in percentuale comunque molto bassa.

Il topo ballerino

topo ballerino

Il topo ballerino (Mus musculus chinensis), è una specie di topo comune, prodotto da una selezione artificiale di topi con una mutazione genetica all’orecchio, che provoca riduzioni di udito e perdita di equilibrio; il loro nome si deve proprio a questo difetto che li fa girare su se stessi. Questi deliziosi roditori sono dei perfetti animali domestici e non sopravvivono in natura.

Mediamente, i topi ballerini sono lunghi dai 6 ai 12 centimetri, ai quali va aggiunta la coda che può arrivare fino a 10 centimetri, possiedono la testa lunga e piccola e il mantello bianco con macchie nere, e purtroppo, come diversi criceti, vivono solo 3 anni. Come tutti i roditori hanno i denti a crescita continua, e quindi va fornito loro il necessario per rodere ed impedire che si facciano male.

Questi topi sono molto socievoli e buoni, vivono bene in gruppo, che comunque non deve essere numeroso per evitare pericolosi scontri; sono animali prevalentemente notturni e quindi di giorno dormono quasi sempre. Come per i gerbilli, anche ai topi ballerini va fornita una gabbia senza sbarre nella quale sistemare mangiatoia, abbeveratoio, casetta, barrette di legno per la crescita degli incisivi, la lettiera composta dall’apposito tutolo e dal fieno e la vaschetta con la sabbia per cincillà per fare il bagno al pelo.

Degu, il roditore che viene dal Cile

degu

Il degu è un piccolo mammifero, appartenente alla famiglia dei roditori, originario del Cile che nell’aspetto ricorda il gerbillo, solo più grande e dalle orecchie più larghe. È difficile trovare i degu nei negozi di animali italiani in quanto non sono ancora molto diffusi come animale domestico, mentre è quasi impossibile trovarne in natura se non nella loro terra d’origine. L’Octodon degus questo è il suo nome scientifico, è lungo circa 30 centimetri e possiede  la pelliccia marrone e una lunga coda, all’incirca di 10 cm, che termina con un ciuffo di peli.

A differenza della maggior parte dei roditori i degu sono animali diurni e vivono in tunnel sotterranei; sono erbivori, e quindi si nutrono di quasi tutti i vegetali, ad eccezione delle melanzane, delle patate e della parte verde dei pomodori, perché per loro sono velenosi. Proprio l’alimentazione è molto importante per gli esemplari che vivono in cattività, bisogna stare attenti a non dargli troppa frutta, zuccheri o carboidrati perché tendono a soffrire di diabete, che, spesso, fa sviluppare anche la cataratta.

La dieta dei degu è molto importante perché sono animali molto sensibili e quindi è meglio stabilirla con la supervisione del veterinario; i degu soffrono di carie e ascessi ai denti e se tenuti in luoghi umidi o freddi rischiano di ammalarsi di polmonite.

Lo scoiattolo rosso, una specie a rischio estinzione

scoiattolorossoE’ una delle specie di roditori più interessanti, ma ancora purtroppo a rischio estinzione: lo scoiattolo rosso con il suo manto delicato e la sua fluente coda di venti centimetri, sta diventando un esemplare estremamente indifeso di fronte ai rischi presenti in natura. Negli ultimi anni, ad esempio, un grosso pericolo è costituito, strano a dirsi, da un suo parente prossimo, lo scoiattolo grigio, proveniente dal Nord America e presente in Gran Bretagna da un paio di secoli.

Adottare un gerbillo

Quando si sceglie un gerbillo, sono sufficienti pochi semplici accorgimenti per assicurarsi che sia sano.
Innanzitutto, guardate le condizioni generali del corpo: i gerbilli non dovrebbero essere né grassi né magri, e non dovrebbero mai  presentare gonfiori.
Per quanto riguarda il comportamento, i gerbilli dovrebbero essere curiosi e vispi, e non letargici. Questo può essere un po’ difficile da giudicare se il gerbillo sta dormendo quando lo comprate, ma sollecitandolo molto dolcemente e con tanta cautela  si sveglierà e vi guarderà incuriosito.

Il mantello di un gerbillo dovrebbe essere ben curato (soffice e liscio), senza chiazze nude. In particolare controllate che il posteriore non sia sporco, in quanto ciò potrebbe indicare un problema di diarrea. La pelle deve essere priva di graffi e ferite.
Gli occhi, il naso e le orecchie devono essere pulite e prive di materiale. Controllate il pelo intorno agli occhi e al naso per segni di macchie o croste. Tracce di materiale rosso dal naso o dagli occhi sono causate dal pigmento della porfirina.

La giusta alimentazione del coniglio nano

alimentazione coniglio nano

Sempre più persone decidono di adottare un coniglio nano che, grazie alla sue piccole dimensioni, è ritenuto uno degli animali da compagnia più adatti anche per chi vive in appartamento. Purtroppo, però, non tutti sanno qual è l’alimentazione più adatta a questo animale: vediamo quindi, di fare un po’ di chiarezza.

I conigli sono animali erbivori che in natura consumano una dieta ricca di fibre e povera di carboidrati; in particolare amano l’erba, e non solo come alimento: per mantenere in salute la dentatura, i conigli devono rosicchiare per molte ore al giorno, in modo da regolare naturalmente i denti a crescita continua.

Proprio per questo, la dieta migliore in cattività è quella che si avvicina il più possibile a quella naturale, quindi, al contrario di quello che si può pensare, vanno evitate le miscele preconfezionate di semi e frutta secca.

Guinea pig, il porcellino d’India come animale domestico (fotogallery)

guinea pig foto cinqueGuinea pig, il maialino della Guinea, conosciuto anche come cavia domestica (Cavia porcellus), è un piccolo roditore originario dell’America del Sud, utilizzato molto spesso in laboratorio come organismo modello fino a qualche tempo fa, oggi un po’ meno. Il suo nome è probabilmente dovuto al verso simile a quello dei maiali, alla grande voracità e alla costituzione fisica che ricorda dei suini in miniatura. O probabilmente anche al fatto che in molti Paesi dell’America del Sud veniva servito come pietanza proprio come si fa con la carne di maiale, a tutt’oggi ci sono nelle Ande allevamenti di Guinea Pig a scopo alimentare. Sceglierlo come animale domestico può rivelarsi una bella esperienza, ma ci sono alcune cose importanti da tenere a mente prima di portarlo a casa.

I porcellini d’India sono un impegno a lungo termine, a dispetto di quello che si potrebbe pensare. Vivono in media dai 5 ai 7 anni. Pensateci prima di prenderlo, l’opzione mi sono stancato del nuovo giocattolo non deve essere presa in considerazione nè con i Guinea pigs né con nessun altro animale.

Denti ipsodonti, come comportarsi

denti coniglioNon tutti gli animali esotici hanno problemi con i denti, ma quelli che li hanno probabilmente possiedono una dentatura a crescita continua per tutta la vita. Si tratta di denti definiti ipsodonti che possono richiedere rifiniture periodiche, qualora non si riducessero in maniera naturale.
Erbivori come i conigli e i porcellini d’India hanno lunghi denti che crescono continuamente. I denti ipsodonti hanno le corone che si estendono su una grande lunghezza al di là delle gengive, quindi sono insolitamente lunghi.

L’azione naturale della macinazione del cibo durante la masticazione provoca un’usura dei denti che si mantengono così ad una lunghezza normale, che non crea problemi. Tuttavia in molti animali domestici non sempre si verifica o comunque l’usura naturale appare talora insufficiente, così è necessario intervenire manualmente e regolarmente sulla lunghezza dei denti, evitando problemi di salute anche seri.

Vivisezione di conigli a scuola: studenti in rivolta

coniglio2

La vivisezione sugli animali è un problema rilevante che da molto tempo associazioni di settore e di categoria cercano di limitare il più possibile e tenere sotto controllo: si tratta di una pratica barbara portata avanti da molti istituti universitari e di ricerca, per testare su diverse specie animali, soprattutto come conigli e cani, componenti chimici, creme di bellezza, medicinali e molto altro ancora.

All’apparenza la vivisezione può apparire una pratica utile per la crescita ed il progresso umano: ma solo apparentemente. In realtà moltissimi test effettuati sugli animali si rivelano poi inutili ed inapplicabili sull’uomo, ma le sofferenze che gli animali hanno patito ovviamente non possono trovare soluzione oltre la morte. Del resto basti pensare alle differenze fisiologiche tra uomo ed animale: i componenti chimici hanno reazioni differenti sull’uno e sull’altro, dunque spesso le ricerche sono vane e dolorose.

Premesso ciò, pensate dunque all’orrore di un gruppo di studenti e genitori quando un professore di scienze di un liceo trentino ha proposto in classe di vivisezionare un coniglio per scoprire meglio le funzionalità fisiche ed altro ancora. L’idea ha sconvolto ovviamente gli studenti che si sono subito attivati per impedire questo scempio, attaccando volantini pro liberazione dell’animale e brandendo le circolari ministeriali che limitano l’uso di animali vivi per le lezioni scolastiche, dove previsti metodi alternativi.

L’alimentazione del cincillà

alimentazione del cincillà

La corretta alimentazione del cincillà prevede la somministrazione di alimenti secchi e alimenti freschi; gli alimenti secchi sono soprattutto il pellet e il fieno. Nei negozi di animali si trovano in vendita i mix fatti di pellet preparati per i cincillà, dei quali possono essere offerti uno o due cucchiai al giorno; attenzione, però: i mix non devono contenere semini, cereali e frutta secca. Il fieno è il nutrimento principale di questi roditori, e serve ad integrare di fibre la loro dieta; deve essere fresco, profumato, dal colore verde e senza umidità o muffe.

Tra i vari tipi di fieno adatti all’alimentazione dei cincillà c’è l’erba medica, ovvero un fieno di leguminose dal contenuto proteico ed energetico maggiore rispetto a quello di graminacee, ma va offerto con moderazione oppure integrato con altri tipi; il bromo inerme è un fieno a base di graminacee, ricco di fibre e povero di proteine; altri due fieni di graminacee sono l’avena selvatica e il fleolo, quest’ultimo è quello più consigliato dai veterinari.

Oltre agli elementi secchi si devono dare circa 50 grammi al giorno di cibo fresco, facendo attenzione che non sia né freddo né bagnato; sono molti i vegetali che possono essere offerti al cincillà, ma vanno assolutamente evitati l’aglio, il peperoncino piccante, la cipolla, il latte e i latticini, la pasta, il pane, il riso e tutti prodotti da forno, le parti verdi dei pomodori, la lattuga; inoltre non dovete esagerare con le leguminose e con i cavoli, la verza, il sedano e gli spinaci perché sono molto ricchi di calcio.

Il criceto cinese

criceto cinese

Il criceto cinese (Cricetulus Griseus) è un criceto poco diffuso in Italia che è diventato un animale domestico all’inizio del 1900 quando un mercante pechinese lo vendette come animale da compagnia. Il criceto cinese raggiunge una lunghezza di 13 centimetri per un peso compreso tra i 30 e i 40 grammi; il loro mantello possiede un colore che va dal grigio al marrone con la pancia bianca e una striscia scura nella zona della spina dorsale. La sua caratteristica peculiare è quella di possedere 3 ghiandole, una ventrale come i criceti Winter White e i Roborovskij e due sui fianchi come quelli dorati; le loro ghiandole servono come richiamo sessuale e per marcare il territorio.

L’habitat naturale del criceto cinese è il terreno arido che costeggia il deserto, è un roditore notturno, ma d’estate è attivo sia di giorno che di notte; la sua aspettativa di vita media è di circa 2 anni e mezzo. Questo criceto è quello più difficile da allevare in cattività; inoltre, è un animale molto egocentrico e quindi bisogna prestare particolare attenzione alla sua cura.

Il criceto comune

criceto comune

Il criceto comune (Cricetus Cricetus) è una specie di criceto in via d’estinzione che purtroppo non si trova più né negli allevamenti né nei negozi di animali; quando vi propongono un criceto comune, in realtà vi stanno vendendo un criceto dorato. Il criceto comune è originario dell’Europa centrale e orientale dove venne studiato per la prima volta nel 1774.

Il criceto comune è lungo circa 30 centimetri per un peso che va dai 400 ai 650 grammi; i colori classici del mantello sono nero, bianco e crema con gli occhi rossi, oppure testa marrone, dorso rossastro e ventre nero con le zampe chiare. Questo criceto possiede la testa a punta, gli occhi grandi e scuri, le orecchie tonde, i denti lunghi e le guance nelle quali ci sono le sacche per depositare il cibo.