Esistono moltissime persone al mondo che darebbero la vita per il proprio animale o per salvarne uno in pericolo, ce ne sono altrettante, invece, che non solo non si sentono vicine a queste tenere creature, ma neppure sono in grado di rispettarle. I secondi, purtroppo, a volte sembrano avere la meglio sui primi, nonostante i continui controlli da parte delle associazioni a tema o dei volontari. L’ennesimo caso per il quale ogni commento è superfluo, riguarda una villa di Taranto, dove gli amici a quattro zampe, venivano tenuti in condizioni “incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. Per questo è scattata tempestivamente la denuncia, una volta accertato il fatto, da parte dei carabinieri della stazione di Crispiano, nei confronti del proprietario che era un rispettabile medico del luogo. Il cinquantaquattrenne, infatti, sarebbe stato il responsabile di condizioni al limite delle decenza, con escrementi lungo il pavimento e quattro mura domestiche che erano diventate un lager per creature indifese.
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Conosciamo il nostro cane, segnali di calma (parte 1)
La foto di Jason Poturica introduce un argomento molto importate che pochi possessori di cani conoscono: i segnali di calma.
Partite dal presupposto che i lupi e i suoi discendenti prima di arrivare al conflitto fisico eseguono, come ci insegna Abrantes, una serie di rituali atti a ridurre tensioni e prevenire il verificarsi di aggressioni, impariamoli e, ove possibile, utilizziamoli.
Stewie, il gatto più lungo del mondo
Ormai è noto che anche gli animali possono entrare nel Guinness dei Primati; forse tutti vi ricorderete Giant George, il cane più alto del mondo; oggi, invece, a contendersi gli onori della cronaca è un bel micione di nome Stewie, che vanta il primato di essere il gatto più lungo del mondo, con i suoi 123,2 centimetri di lunghezza.
Stewie è un gatto di razza Maine Coon e abita in Nevada, negli Stati Uniti con la sua famiglia, la signora Robin Hendrickson e il suo compagno Erik Brandsness; la lunghezza record di Stewie, ovvero 123,2 centimetri, è da intendersi dalla punta del naso fino all’osso sacro.
Enpa, a rischio il blocco dei test per cosmetici sugli animali
Potrebbe esserci un rinvio più che drammatico per quanto riguarda il blocco dei test per cosmetici sugli animali, come denuncia la stessa Enpa e l’Europa finirebbe in basso alla classifica, come spesso accade, in merito al rispetto per le creature a quattro zampe, costrette a provare sulla propria pelle è il caso di dirlo, prodotti di bellezza di nuova produzione. Nello stesso periodo della pubblicazione della Direttiva “22 sett 2010 del Parlamento e del Consiglio sulla la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici” sulla Gazzetta Ufficiale, il Parlamento Europeo sembra non essere troppo interessato a fermare tale situazione, almeno questo è ciò che appare. Saranno i prossimi giorni a confermare o smentire questa notizia, ma intanto le sperimentazioni dovevano terminare nel 1999 e, invece, un divieto di tale tipo non è mai arrivato del tutto, facendo slittare la decisione prima al 2000, poi al 2002 e, ancora, a 2003, ma adesso si parla addirittura del 2013, con il pericolo che si giunga, poi, fino al 2019.
Un cane randagio aspetta Sarah
Un rifugio per cani abbandonati in memoria di Sarah Scazzi: è questa la richiesta avanzata da Claudio, il fratello della ragazza uccisa ad Avetrana, per ricordare la sorella, amante degli animali e dei cani in particolare. La ragazza era particolarmente legata ad un cane randagio che era solita seguirla nelle sue passeggiate per il paese, e che ancora in questi giorni non lascia la casa dei Misseri, presunto luogo di consumazione del reato.
Sarah era molto attenta a questo problema e quando poteva aiutava i cani randagi dice il fratello. E proprio uno di questi, un meticcio molto simile ad un pastore tedesco, accompagnava sempre la 15enne, soprattutto nei brevi tragitti. Dal giorno della scomparsa della piccola, trascorre lunghe ore davanti al garage di casa Misseri, un po’ come l’Hachiko reso celebre dal film con Richard Gere, in attesa di quella quasi padroncina che però non rivedrà più.
Mobile Pet, cani a portata di smartphone
Grazie a due studenti dell’Università di Studi di Messina, Sebastiano Genovese e Loris Giaimis, possiamo avere tutte le informazioni del nostro amico a 4 zampe a portata di dita.
Il programma Nokia University ha premiato l’applicazione “Mobile Pet” ideale per monitorare il fedele amico.
L’applicazione nasce da una intuizione di un laureando in veterinaria e uno studente della facoltà di economia che finalmente si sono rivolti anche ai non vedenti.
Il software è composto da varie sezioni:
– Personal Trainer: per monitorare l’alimentazione del cagnolino
– Medic: consente di disporre di una cartella clinica e un supporto per la cura giornaliera
– Finder: ci aiuterà a trovare sempre il nostro amico a 4 zampe collegandosi con il GPS del telefonino
– Comunity: aiuta gli utenti a trovare negozi per animali, enti, esercenti che accettano gli amici a 4 zampe e la possibilità di usare un social network canino dove confrontarsi con padroni ed educatori.
Aumentano gli abbandoni e le disattenzioni nei confronti dei cani
Se a fine primavera si poteva tirare un sospiro di sollievo perchè gli amici a quattro zampe, erano sempre più benvoluti e tenuti in totale benessere nelle case dei loro padroni, adesso sembra che la tendenza si sia di nuovo, purtroppo, invertita. Lo conferma l’Enpa, ribadendo che la situazione è quasi al limite e bisogna intervenire immediatamente. Questa estate, poi, sono stati raggiunti livelli assurdi di disattenzione nei confronti dei cani: qualcuno ha trascinato il proprio pet con il motorino, facendolo morire di infarto, qualcun altro ancora, in più di un caso, ha lasciato per troppo tempo solo l’animale tenuto fra le quattro mura domestiche. Il risultato è stato quello di una uccisione volontaria o accidentale, da parte degli stessi amici dell’uomo, caduti giù dal balcone.
Pet Click, ecco Rino
Ecco la foto di Rino, un tenero cagnolino di soli tre mesi che cerca affetto: già vaccinato, è in cerca di una famiglia che lo sappia amare e curare.
Per chiunque sia interessato, i genitori momentanei sono contattabili ai seguenti indirizzi mail: [email protected] e [email protected]
I lupi e gli attacchi all’uomo
Pochi giorni fa ero in pausa pranzo in un bar, la mega tv lcd era sintonizzata su Italia1, il palinsesto a quell’ora prevede il TG Studio Aperto, parte un servizio molto curioso che fa vedere un branco di lupi che si spinge sino un parcheggio di un centro commerciale e, successivamente, di un poliziotto che durante un controllo in autostrada si rifugia dentro l’auto oggetto del controllo spaventato da un branco di lupi che scorrazzava liberamente per la carreggiata (tra l’altro in senso giusto).
Il cane di Jennifer Aniston è depresso
Quando si parla di persone ricche, ancora di più se fanno parte del magico mondo americano di Hollywood, si pensa sempre che tutto ciò che tocchino o amino, come succedeva un pò a re Mida, si trasformi in oro, benessere e vita incredibile. Lo stesso vale per gli animali che, come nel caso della bella ereditiera, Paris Hilton, hanno mille lussi e una casetta tutta per loro. Ma spesso si tratta solo di scena, di prigione con le sbarre luccicanti e anche gli amici a quattro zampe, possono soffrire per la mancanza continua dei padroni, per la noia e per la freddenza che, in qualche modo, può circondarli. Potrebbe essere il caso di quelli di Jennifer Aniston, la quale ha confermato di avere i cani depressi. Detta così, la cosa fa sorridere e pensare ai mille vizi ai quali possono essere abituati ma, in fondo, chissà quante volte sono rimasti lontani dall’attrice famosa che ha deciso di adottarli e chissà come avrebbero voluto che fosse una donna comune, sempre libera di dar loro affetto in qualunque momento della giornata.
Aidaa, denuncia l’avvelenamento di un cane per non vedenti
L’ennesima triste storia che coinvolge un amico a quattro zampe, trattato dagli esseri umani in modo tutt’altro che gentile e, soprattutto, si tratta di un vile gesto consumato ai danni di una ragazza non vedente. Si parla di Sabrina, che mentre passeggiava con il suo cane guida nel parco romano di Via Citta’ d’Europa, Eur Torrino, ha notato che il suo animale ingeriva qualcosa di strano ed, infatti, poco dopo si è accasciato a terra per via del potente veleno. La denuncia arriva dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ha reso noto la presenza di una calza a rete impregnata di sostanze nocivi quanto appetibili per il pet, che colto da una irrefrenabile voglia di assaggiare il delizioso pasto, non è riuscito a resistere. Per fortuna è riuscito a sopravvivere, rendendo meno tragica quella che poteva diventare una vera e propria tragedia sia per una vita perduta inutilmente, che per l’utilità che ha questa creatura quotidianamente.
Le 10 preghiere del cane
Se c’è qualcosa di veramente sincero è il rapporto che si viene a creare tra cane e padrone, noi bipedi passiamo una vita a domandare e spesso non ci chiediamo di cosa abbia bisogno il nostro amico quadrupede.
Il tam tam di Facebook ha portato alla luce un bellissimo documento che offre uno spunto su cosa dovremmo dare al cane.
A Catanzaro potrebbe nascere un cimitero per animali d’affezione
Non si tratta del primo caso, ma certamente dell’unico nella zona e farebbe molto felici gli abitanti che sono costretti, con molto dolore, a dare l’ultimo addio al proprio amico a quattro zampe. A Catanzaro, nei prossimi mesi, potrebbe nascere un cimitero per animali d’affezione, un luogo cioè dove ogni pet possa riposare in pace ed essere salutato ogni tanto con un fiore o una preghiera dal proprio padrone. Si tratterebbe del primo esempio di questo genere in Calabria, anche se tali realtà in Italia esistono già, rappresentando un simbolo di civiltà e rispetto, oltre di amore che continua anche dopo la vita di cani, gatti e creature domestiche di ogni tipo.
Perché i gatti coprono le loro feci?
Continuiamo la nostra carrellata di curiosità sul mondo dei gatti, volta a penetrare nella cortina di mistero che avvolge i nostri ammalianti amici a quattro zampe. Ci siamo occupati dei motivi che spingono un gatto a prediligere i posti in alto come luoghi in cui sostare e trascorrere il suo tempo, del sibilo simile a quello di un serpente e persino dello sbadiglio. Oggi vogliamo svelare un altro arcano e capire perché i gatti coprono i loro bisognini.
I proprietari di mici hanno molte ragioni per tenere in casa un gatto o due: oltre al fatto che si tratta di un’esperienza piacevole, tra queste motivazioni, figura il fatto che i gatti usano la lettiera e coprono le feci. In genere questo gesto lo associamo alla pignoleria, ma le ragioni sono molto più complesse.
Nei gatti, come in molti altri mammiferi terrestri, le urine e le feci sono state adottate come un comportamento di marcatura che trasmette i segnali sociali e riproduttivi ad altri membri della stessa specie. I gatti sono territoriali per natura e la loro società è strutturata in una gerarchia di dominanza controllata e disciplinata da norme rigide di comportamento. Essi segnano il loro territorio con il rilascio di feromoni, sostanze chimiche che trasmettono le informazioni su un individuo ad altri gatti ed usano una varietà di metodi per marcare il loro territorio in questo modo: graffi, sfregamento contro le cose e… lasciando le loro feci scoperte.