Dopo gli Stati Uniti e la Svezia anche in Italia un inquietante fenomeno: circa ottocento tortore, specie molto diffusa nel Faentino, sono morte per motivi ancora non del tutto chiariti. Anche se i risultati degli esami e degli accertamenti diagnostici arriveranno solo nei prossimi giorni, pare che dai primi esami necroscopici effettuati sui corpi delle tortore, l’ipotesi più plausibile e più accreditata al momento è quella di uno squilibrio digestivo per eccesso di un particolare tipo di cibo (i semi di girasole) legato ad un momento sfavorevole delle condizione atmosferiche.
Il freddo infatti non avrebbe permesso loro di trovare altro tipo di cibo: ciò che è certo è che la morte delle tortore non è da imputare a virus influenzali di tipo A, visto che gli esami effettuati su alcune carcasse hanno dato esito negativo. Le analisi sono state realizzate dalla sezione di Lugo e Forlì dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, che hanno anche evidenziato la presenza di notevoli quantità di semi di girasole nel gozzo e segni di sofferenza a carico di fegato e reni, tutti aspetti che dovranno essere approfonditi molto attentamente, infatti, sono già in corso esami di natura microbiologica, virologica, istologica e chimico-tossicologica.
I sospetti, comunque, sembrano concentrarsi su il paramyxovirus aviare, un virus che non comporta rischi per l’uomo, riscontrato nei volatili morti, anche se al momento è ancora presto per poter stabilire se questa sia la vera causa o solo una concausa, in effetti, bisognerà aspettare prima la definizione dell’indice di patogenicità dall’Istituto Zooprofilattico di Padova.