Basset Hound, il cacciatore d’alto lignaggio

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Il Basset Hound discende dal Bloodhound, e il suo aspetto lo dimostra senza dare adito a dubbi. Fuori dalla Francia non fu mai conosciuto fino al 1863, quando partecipò alla prima esposizione canina che si tenne a Parigi. Da quel momento in poi è sempre stato un cane estremamente popolare, tanto che gli inglesi iniziarono una contesa tra il considerarlo un cane da caccia o un cane da compagnia, per perfezionarne la razza, e alla fine la spuntarono gli allevatori americani che hanno selezionato un cane buffo e simpatico, che mantiene il suo lusso e ama la vita casalinga pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche da grande cacciatore.

E’ stato utilizzato quasi per tutti i tipi di caccia, innanzi tutto per il tasso, ma poi anche per la caccia alla volpe, al procione, all’opossum e allo scoitattolo, ma ha sempre avuto una naturale predisposizione anche per stanare i conigli e per far alzare in volo i fagiani. In più ha seguito anche le piste dei caprioli, dei lupi e degli orsi.  Davvero un cacciatore nato, il “Cyrano dei Cani”, è stato definito, proprio per quel lungo naso dal fiuto infallibile.

Il termine inglese basset, ovvero bassotto, deriva dal francese bas (basso), abbiamo infatti già detto che la razza ha origini decisamente francesi. Nella sua fisicità non riconosciamo solo la testa del segugio Bloodhound, ma anche il mantello del Foxhound e la fisicità, decisamente irrobustita, del Bassotto.

Gli aristocani, i quadrupedi più viziati d’Italia appartengono ai vip (fotogallery)

ritratto di cane con signora foto 2I cani dei vip ereditano vizi e capricci da star e trascorrono molte ore a farsi fare belli e contemplare. Forse perchè devono mettersi spesso in posa al fianco dei loro beniamini paparazzati a tutto spiano. Stavolta gli amici a quattro zampe delle donne celebri sono oggetto di una mostra dello stimato fotografo di moda Giovanni Gastel dal titolo che gioca sul noto film di Luchino Visconti: Ritratto di cane con signora, in esposizione per beneficenza nelle vetrine della Rinascente a Milano.

E’ la prima volta che il celebre fotografo fa entrare i cani nei suoi scatti modaioli. E quale migliore occasione visto che i proprietari dei cani, soprattutto quelli ricchi, non badano a spese per abbellire i loro pets, e considerando anche che sorgono magazine interamente dedicati all’animal glamour, con in copertina le ultime creazioni di stilisti famosi come Cavalli per citarne solo uno, consacrate proprio alla moda a quattro zampe?

Lo Shar Pei, il cane dragone

shar pei

Shar Pei significa cane di sabbia, nome che probabilmente deriva dalla consistenza della sua pelle. Il mantello dello Shar Pei forma sulla sua testa una serie di rughe e di aggrottamenti così particolari che lo rendono unico al mondo. Le prime tracce della loro presenza risalgono alla dinastia Han, in Cina, nel 220 d.C. Erano dei cani da pastore, da caccia e da guardia e venivano utilizzati anche per i combattimenti con cani delle stessa specie o di altre razze. I combattimenti tra cani sono sempre stati molto apprezzati in Cina, purtroppo.

Quando si instaurò il regime comunista lo Shar Pei rischiò di estinguersi. In realtà ci furono grossi problemi per tutti i cani e per i loro padroni. Il possesso di un cane comportava, per legge, sanzioni severe, non solo economiche ma anche corporali, e in più, tutti i cani che venivano incontrati in giro per le città venivano uccisi. Questo dipendeva dal segnale di benessere che veniva dato dal possedere un cane e una razza come lo Shar Pei, definita aristocratica e da sempre appartenuta alle corti dei grandi imperi, era assolutamente da eliminare. Un cane guerriero tanto nobile era il sinonimo di tutto ciò che la dittatura comunista voleva che la gente dimenticasse. Fortunatamente grazie agli sforzi di un uomo, Matgo Law, di Hong Kong, rimasero in vita un numero sufficiente di cani, venne chiesto l’aiuto al resto del mondo per la loro salvaguardia e lo Shar Pei è arrivato fino a noi, diventando oltretutto un cane da compagnia molto apprezzato e amato dai bambini.

Studenti e animali domestici, un’accoppiata vincente

studenti animali domesticiEsami, interrogazioni, test di ammissione. La vita degli studenti non è certo facile. Che si sia all’università, alle scuole medie, o al liceo, fa lo stesso: le prove non finiscono mai e certe volte lo stress e l’ansia possono giocare brutti scherzi. Ma lo sapevate che gli animali domestici possono aiutare gli studenti nei periodi difficili, come la preparazione di un esame, di un’interrogazione particolarmente pesante, o gli esami di maturità?

A scoprirlo è stato uno studio realizzato nei colleges americani da un’équipe di ricercatori dell’Ohio State University che ha evidenziato come gli studenti universitari possano gestire meglio le situazioni stressanti se hanno con sè un animale domestico.
La ricerca ha già dimostrato che gli animali possono migliorare la qualità della vita per le persone che stanno invecchiando, per i bambini e per i malati cronici. Ma recentemente ha constatato che anche molti studenti universitari possono beneficiare del possedere un gatto o un cane.

Ordinanza sui cani pericolosi: ora è il tempo delle polemiche

polemica ordinanza cani pericolosi

Con l’entrata in vigore nei giorni scorsi dell’ordinanza sui cani pericolosi, com’era prevedibile, si è alzato un coro di polemiche da parte dei proprietari dei cani; prima di affrontare questo argomento, ricordiamo brevemente cosa prevede l’ordinanza.

Il decreto, che sarà in vigore per 24 mesi, prevede l’obbligo del guinzaglio lungo non più di un metro e mezzo, la museruola da mettere in caso di pericolo e la paletta per raccogliere gli escrementi dell’animale. Queste norme sono valide per i cani di tutte le razze ad eccezione di quelli addestrati a sostegno dei diversamente abili, quelli in dotazione delle Forze Armate, della Polizia, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, e di quelli a conduzione delle greggi.

L’ordinanza prevede sanzioni in caso di omessa custodia e di maltrattamento dell’animale, di mancato rispetto dell’obbligo di guinzaglio e di museruola, di incitamento all’aggressività, e al tentativo di creare incroci per esaltare la combattività del cane.

I cani provano invidia

invidia caniSpesso attribuiamo ai nostri amici a quattro zampe sentimenti e stati d’animo propri di noi esseri umani e che certamente non gli appartengono. Crediamo ad esempio che ci facciano i dispetti, che disobbediscano ai nostri ordini per farcela pagare di una nostra assenza o mancanza. Eppure non tutti i sentimenti umani che appioppiamo agli animali domestici sono così lontani dal loro modo di essere. Recentemente, infatti, si è scoperto che i cani sono capaci di provare una forma di invidia.

A dirlo è uno studio effettuato da un’équipe di ricercatori coordinata da Friederike Range e pubblicato sulla nota rivista di divulgazione scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences. Esperimenti con diverse specie hanno dimostrato che le scimmie spesso esprimono un comportamento risentito quando un partner riceve una ricompensa più grande per l’esecuzione di un compito identico.

Bloodhound, il cane investigatore

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Pare che il Bloodhound discenda direttamente dal cane di Sant’Umberto (656-727 d.C.). Patrono dei cani e dell’arte venatoria, Sant’Umberto, prima di diventare santo, era un abile cacciatore, che impegnava i suoi cani nell caccia al cervo. Una volta convertito al cristianesimo, dopo una visione, smse di cacciare, o almeno così narra la leggenda, per dedicarsi a fini più spirituali. Sembra quindi che l’attuale Bloodhound sia il frutto di una selezione operata dai monaci dell’abbazia di Sant’Umberto, che si trovava a Mouzon, nella regione delle Ardenne. Questi monaci ogni anno inviavano al re di Francia sei cani, e il re a sua volta li distribuiva ai nobili. La razza si diffuse in questo modo, dai Pirenei fino alla Gran Bretagna.

Nelle Ardenne, il giorno della festa di Sant’Umberto, il 3 novembre, i cacciatori avevano l’usanza di partecipare alla Messa dei Cani. Il capocacciatore arrivava in chiesa con la sua muta e il Bloodhound più vecchio veniva benedetto con l’acqua santa. Questa messa fu istituita nel Medioevo e la pratica è stata osservata fino alla fine della seconda guerra mondiale, poi, improvvisamente, la Messa dei Cani non è più stata celebrata.

Come evitare la furia distruttiva di Fido

cani masticazione

Come la maggior parte di noi saprà, il cane può devastare la casa intera con i suoi denti. Se il colpevole è un giovane cucciolo che esplora il suo nuovo ambiente, è una cosa normalissima. Ma a volte non è l’energia giovanile a scatenare gli attacchi contro i nostri oggetti e mobili. Ad esempio un cane adulto può esternare in questo modo il disagio di una fobia, che sia dei tuoni o dei botti, o del veterinario, o l’ansia di una separazione. Un cane con un debole per la masticazione può trasformare il vostro prezioso pianoforte in schegge in poche ore.

Poiché le ragioni per cui il cane mastica i mobili sono così diverse, deve essere considerato un segno o un sintomo di qualche motivazione alla base, piuttosto che una diagnosi, di per sé. Prima di tentare di cambiare il comportamento di masticazione del vostro cane, è importante capire perchè si agguanta sui nostri oggetti e non sfoga la sua energia piuttosto sui suoi giocattoli.

Scegliere la pensione per Fido

pensione cani

Le vacanze e il vostro cucciolo non sono un binomio che rischia di diventare problematico solo quando si avvicina l’estate. Anche durante tutto il corso dell’anno, che si tratti di un week-end o delle vacanze di Natale e di Pasqua, può presentarsi il dilemma: parto o resto a casa con Fido? Per quanto mi riguarda credo che decidere di prendere un cane e condividere la nostra vita con lui non voglia dire per forza non concedersi mai più una vacanza fuori dall’Italia, in posti in cui magari diventa anche problematico portarsi il cane dietro. Forse questa mia convinzione deriva dal fatto che sono sempre stata molto fortunata con le pensioni per animali, ho sempre trovato gente in gamba, che faceva il proprio mestiere per passione e che adorava gli animali e li trattatava come re e regine!

In questo breve articolo troverete qualche consiglio utile per scegliere e valutare le pensioni per cani, io posso solo aggiungere, in base alla mia esperienza, che la mia cagnolina scodinzolante e in piena forma! Mentre in casa era una gran pigrona e a volte anche quando la portavamo a spasso dopo un po’ voleva tornare a casa, quando era in pensione si cimentava in percorsi di agility e ritornava più snella e tonica, non deperita, ma proprio in forma! In più ha sempre scodinzolato ai proprietari della pensione ed è sempre corsa incontro a ognuno di loro (i proprietari avevano un negozio di animali quindi le regalavano anche i biscottini!), iniziava a diventare sospettosa  e agitata solo quando a casa c’erano le valigie e capiva che sarebbe stata lasciata lì. Purtroppo i cani soffrono il distacco dal padrone, questo l’ho sempre saputo, per quanto potesse stare bene sicuramente sentiva la nostra mancanza e  io puntualmente ogni volta che la lasciavo scoppiavo in lacrime appena voltato l’angolo, ma era in buone mani, ed è stata estremamente coccolata anche quando è diventata una vecchina bisognosa solo di coccole e calore.

Il Chihuahua, la piccola divinità

Chihuahua

Il Chihuahua è senza dubbio uno dei cani più piccoli che esistano. Affonda le sue origini nell’antico Messico, e proprio come per molti suoi simili che hanno conosciuto popoli antichi è stato oggetto di miti e storie fantastiche. Xolotl, divinità del popolo Tolteco, era come il più famoso Anubis, divinità egizia, aveva anch’egli sembianze canine. Xolotl ricopriva anche lo stesso compito che spettava ad Anubis, accompagnare i morti nell’aldilà.

Eh si, anche il piccolo Chihuahua è stato oggetto di un mito così importante, traghettare i morti è un grave compito, e infatti i piccoli esemplari ne hanno anche pagato le conseguenze. Tra i Toltechi c’era l’usanza di uccidere e seppellire i Chihuahua insieme ai loro padroni. Fortunatamente poi subentrò un’altra cultura messicana, quella dei Chichimec. La radice del nome di questo popolo, “chichi” significa proprio “cane”, i Chichimec erano il Popolo del Cane.

Vacanze con cani e gatti: le regole di viaggio

viaggiare con animali

Spesso il problema di chi ha un animale è quello di andare in vacanza, perché viaggiare con il proprio amico a quattro zampe non è sempre facile. Vediamo insieme qual è la normativa relativa ai principali mezzi di trasporto.

Il trasporto degli animali a bordo dei treni è regolamentato da alcune semplici norme; gli animali di piccola taglia possono viaggiare gratis purché custoditi all’interno di trasportini che non superino le dimensioni di 70x50x30. I cani di piccola taglia possono viaggiare vicino al padrone, purché sorvegliati e all’interno della seconda classe, pagando il 40% del prezzo del biglietto. I cani di grossi taglia sono ammessi purché non rechino disturbo, e devono essere tenuti al guinzaglio e con la museruola; in questo caso, oltre al pagamento del 40% del prezzo del biglietto deve essere prenotato l’intero scompartimento.

Generalmente tutte le compagnie aeree permettono il trasporto di animali di piccola e media taglia insieme al padrone, pur all’interno dei trasportini, ma ognuna ha un proprio regolamento e quindi la cosa migliore da fare prima di prenotare, è quella di informarsi sulle normative della compagnia. Per i cani di grossa taglia, cioè quelli che superano i 10 chili di peso, vige la normativa che prevede il viaggio nella stiva all’interno di apposite gabbie.

Canili comunali e oasi feline in bancarotta a Roma

canili Roma

I canili comunali sarebbero ai ferri corti in molte città italiane. In particolare, nella capitale la situazione si fa sempre più insostenibile. Non arrivano abbastanza fondi dalle istituzioni e i volontari ricorrono al fai-da-te, organizzando collette, sfruttando l’amore per gli animali di veterinari disposti a vaccinare e sterilizzare gratuitamente le centinaia di randagi che affollano le strade e le strutture preposte.

La denuncia di Simona Novi, membro dell’associazione Volontari Canile di Porta Portese, non lascia adito a dubbi: la situazione è ormai sull’orlo del tracollo.

Siamo arrivati al punto del “fai da te”.  La miccia è scoppiata ai primi di ottobre, quando abbiamo chiesto all’Utba, l´Ufficio Tutela benessere animali del Comune, l’autorizzazione al ricovero e all’intervento chirurgico di un gatto che aveva riportato gravi fratture. Ci è stato risposto che non c’era più disponibilità economica. Ci siamo rimboccati le maniche, come facciamo da un anno, e abbiamo chiesto, per curare il gatto, donazioni ai cittadini su Internet e nei nostri tavoli informativi.

Scegliamo il nome per il nostro cucciolo!

Un cane non è completo senza il suo nome. Proprio come noi esseri umani. E’ molto difficile scegliere il nome giusto per un bambino, in fondo quando è ancora così piccolo non sappiamo come rispettare, attraverso il nome, quelle che saranno le sue caratteristiche fisiche e caratteriali. Lo stesso discorso vale anche per i cani!

Chiamare Macchia un Dalmata diventa banale, ma se poi il nostro cucciolo sviluppa una simpatica macchia sull’occhio, che magari lo caratterizza, perchè non ne ha altre sulle orecchie e sul collo? E’ un Rottweiler possiamo mai chiamarlo Bruto? E se invece poi il cucciolone si mostra schivo, riservato…. bruto? Insomma, ardua scelta. Innanzi tutto qualche semplice dritta allora.

I nomi che normalmente utilizziamo per gli esseri umani: Marco, Paolo, Carla, Camilla, Osvaldo, Piero, Silvia, Chiara. Diciamo che non è il caso, ma non per fare delle discriminazioni, ma proprio perchè i cani non sono esseri umani, hanno bisogno di nomi brillanti, freschi, spiritosi ma anche seri senza alcun problema, però non nomi di persona! I gusti sono gusti comunque e tutti sono liberi di fare quello che credono, ma un cane è più giusto che si chiami Black e non Luca! Poi ci sono casi e casi. Conoscevo un Basset Hound, e il suo nome era stato deciso già prima che arrivasse in casa: Ugo. Perfetto! Ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola.

La Sindrome da Canile

sindrome da canile

Il sito internet dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ci fornisce moltissime informazioni utili che riguardano aspetti come la legislazione sugli animali, così come curiosità varie e altri servizi, e in più ha anche una sezione in cui vengono trattate alcune patologie con i loro relativi rimedi. Io personalmente sono rimasta colpita e incuriosita da questa Sindrome da Canile.

A differenza di quanto si possa immaginare, basandosi sul nome, questa patologia comportamentale non riguarda solamente i cani che hanno vissuto nei canili prima dell’adozione, ma può riguardare anche quegli esemplari che vengono tenuti magari in allevamenti molto grandi, o che vivono in cascine e case di campagne. Non è necessario che i cani vengano lasciati a se stessi, ma semplicemente chi si prende cura di loro (e anche nei canili ci sono persone che fanno i salti mortali per far stare i cani in ambienti puliti e adatti alle loro esigenze) involontariamente crea uno sviluppo comportamentale negativo. Il fatto di vedere sempre solo la stessa persona, ma anche sempre lo stesso genere di persona (solo uomini o solo donne), di vivere in ambienti senza alcun rumore, e magari non solo eccessivamente silenziosi, ma anche poco illuminati, oppure vivere sempre al chiuso o sempre solo all’aperto, nei primi mesi di vita dei cuccioli crea tutta una serie di imprinting negativi che poi gli renderanno estremamente difficile la vita da adulto.