Acquario a bassa dispersione energetica

Oggi affrontiamo un argomento che sicuramente interesserà tutti gli amanti degli acquari e gli acquariofili spesso alle prese con delle bollette un pò troppo salate a causa della loro passione. L’acquario necessita infatti di tanta energia per l’illuminazione, per il riscaldamento e per il filtraggio: si possono trovare semplici soluzioni che consentano la riduzione della dispensione energetica con un conseguente risparmio.

Illuminazione: per quel che attiene all’illuminazione è importante utilizzare lampade e neon a basso consumo, come lampade PL oppure neon T5, alle quali applicare un riflettore di buona qualità. L’utilizzo del riflettore consente un aumento del rendimento dell’illuminazione fino al trenta-quaranta %, permettendo così di utilizzare un numero minore di fonti luminose di potenza più bassa. Importante è anche ricordarsi di abbinare l’accensione e lo spegnimento con le fasce orarie più convenienti secondo il piano tariffario con l’operatore.

Riscaldamento: soprattutto in questa stagione il tallone di achille della spesa complessiva per l’energia dell’acquario è rappresentato dal riscaldamento. Possiamo però ridurre la dispersione circondando più pareti possibili (già importante sarebbe coprire la parte posteriore, una laterale e quella sotto la base), con materiale coimbentante, come il polistirolo. Inoltre la copertura consente altresì un grosso risparmio per quanto riguarda la dispenrsione di superficie: questo consentirà di far lavorare il riscaldatore meno tempo, riducendo i WAT ora necessari per mantenere la vasca alla giusta temperatura.

Regali natalizi: un acquario

Ricevere un acquario in regalo per Natale può essere una piacevole sorpresa per tutti, sia grandi che piccoli, l’importante è seguire alcune semplici regole per potersi muovere in questa direzione: la persona cui il regalo è rivolto è interessata al mondo dell’acquariofilia oppure una vasca sarebbe un regalo poco gradito? Nel caso di risposta affermativa è importante scegliere un acquario che meglio si adatti alle esigenze di chi riceve il regalo.

In commercio esistono diversi tipologie di acquario che si differenziano sostanzialmente per la dimensione, dai 30 litri in su, tenete conto che vasche superiori ai 200 litri necessitano di mobiletti appositi per sostenerli, per cui valutate bene anche ciò al momento dell’acquisto. Meglio optare per un piccolo acquario dalle dimensioni ridotte per iniziare, con filtro, riscaldatore e illuminazione. A tale spesa dovete altresì aggiungere quella per l’allestimento.

Cibo per pesci, come prepararlo in casa

Per preparare in casa il pastone per i pesci si possono utilizzare anche alimenti congelati e non necessariamente fresci, dato che andranno essiccati a caldo in forno. In questo modo possiamo fare un mangime di alta qualità, con ingredienti selezionati, senza conservanti e soprattutto a basso costo: questo tipo di mangime potrà essere utilizzato come integrazione alimentare sia per pesci vegetariani che per crostacei come Caridine (faremo un mangime completamente vegetale). Ingredienti:

75g di gamberetto rosso, 100g di petto di pollo, 100g di macinato (vitello) magrissimo, 50g di fegatini di pollo
Un tuorlo d’uovo sodo, 50g di broccoli (la zona del fiore), 50g di foglie di lattuga, Uno spicchio d’aglio, Un tappo di mangime in scaglie ed infine colla di pesce. Dapprima bisogna dare una leggera cottura alla parte vegetale.

Mentre la parte vegetale si raffredda, la parte animale va preparata in modo adeguato: i gamberetti vanno sgusciati, il petto di pollo tagliato a pezzettini, il macinato privato del grasso. A questo punto bisogna ridurre il tutto a dimensioni facilmente ingeribili da qualunque pesce, quindi tritate minuziosamente tutto insieme al mangime in scaglie ed all’aglio.

Chi popola l’acquario: la neocaridina White Pearl

Oggi vi presentiamo un altro abitante dell’acquario: la neocaridina White Pearl, chiamata in questo modo per la colorazione che varia dal grigio chiaro al grigio scuro fino ad arrivare al quasi nero (soprattutto in esemplari femminili), alcuni gamberi hanno nella parte superiore una banda biancastra. Questi gamberetti sono originari della Cina Meridionale dove vengono allevati in grande quantità. Sono molto adattabili anche se occorre tenere presenti alcuni parametri per la creazione di una vasca ideale.

Sono sufficienti piccoli acquari da 20 – 25 litri , con parametri del ph che possono variare da 6.5 a 8, con acque morbide o leggermente dure, anche la temperatura può variare da 20 a 28 gradi: nel caso in cui vogliate fare riprodurre la specie ricordate di creare una vasca esclusiva per le neocaridine, anche perché tendono a ibridarsi con le altre neocaridine. Questi animali solitamente si posiziono nel fondo dell’acquario, oppure in mezzo alle piante: amano nutrirsi di alghe ed alimenti per pesci, come i fiocchi disciolti nell’acqua, pastiglie da fondo per loricaridi, spirulina in scaglie, granulato per discus e scalari.

Si adatta facilmente agli altri pesci presenti nella vasca ma è meglio che non siano presenti pesci aggressivi ed i crostacei di grossa taglia, meglio affiancargli dei gasteropodi, oppure endler o microrasbore: tutto dipende dal carattere della naocaridina, sono animali gregari, tendono a creare dei branchi in vasca. Le White Pearl sono le specie più facili da riprodurre, le femmine dopo la fecondazione depongono uova di colore bianco che dopo circa venti giorni (tempo stimato in base ai valori dell’acqua), si schiudono.

Chi popola l’acquario: la neocaridina Red Cherry


La Neocaridina denticulata sinensis var. Red, Neocaridina heteropoda è conosciuta in Italia con il nome di Neocaridina Red Cherry, per il suo bel colore rosso vivo: la colorazione rossa dipende da parecchi fattori quali l’umore, i valori dell’acqua, l’alimentazione e il bagaglio genetico. Si tratta di un invertebrato molto pacifico le cui dimensioni da adulto si aggirano sui 2-3 cm. Il range di temperatura per la vita di queste neocaridina varia da 10 a 30 gradi centigradi anche se per favorirne la riproduzione è meglio una temperatura sui 18 e 22 gradi.

Il maschio presenta una taglia più piccola e un corpo più affusolato, il carapace è meno colorato o con presenza di bande, mentre la femmina presenta colorazione rossa e più scura in maniera più diffusa e marcata . Il maschio inoltre presenta le antenne medialmente più lunghe. Come le altre neocaridine, anche la red cherry è una gran mangiatrice di alghe, anche se non disdegna il classico cibo per pesci.

Il loro temperamento è tranquillo anzi tendono a nascondersi in caso di pericolo: per vederle più facilmente è consigliabile inserire in acquario molto muschio, piante galleggianti e un fondo scuro. Le red cherry sono innocue, occorre evitare la convivenza con pesci e crostacei di taglia elevata e agressivi, meglio introdurre in vasca pesci di comunità piccoli e tranquilli, in modo particolare poecilidi mentre se si vuole riprodurli, dedicare alla red cherry un acquario specifico.

Chi popola l’acquario: La Caridina Multidentata

La Caridina Multidentata (conosciuta anche come Caridina Japonica) è un piccolo gamberetto (dimensioni tra i 3 e i 5 cm) presente nei nostri acquari da quando gli acquariofili orientali l’hanno introdotta come alghivoro (la sua alimentazione è composta da alghe e detriti). In poco tempo la C. Multidentata si è diffusa negli acquari di tutto il mondo sia per la sua bellezza, sia per le abitudini alimentari. Presenta corpo completamente trasparente, intervallato da puntini rossi, con o neri. Con l’età avanzata la colorazione trasparente può assumere tonalità che vanno verso il rosso.

Il riconoscimento del sesso risulta essere difficile, potendoci aiutare solo con le dimensioni (le femmine sono decisamente più grandi rispetto ai maschi) e la disposizione dei puntini rossi molto più ordinata (una linea continua che attraversa il corpo). Gli esemplari maschili presentano invece puntini sparsi sul corpo, senza un regolare disegno. La C. Multidentata predilige vasche con capienza minima sui 15 – 20 litri (non più di 4 -5 esemplari), allestimenti classici e ricchi di vegetazione (soprattutto muschi). La Multidentata si adatta anche alla vita in acquario di comunità.

L’acqua può avere valori diversi ma è meglio attenersi a quelli più adatti alla specie, ovvero temperature tra i 15 e i 30°C, durezza complessiva GH tra 2 e 12, acidità PH tra 5.5 e 7.5, durezza carbonatica KH tra 6 e 10 . Inoltre si consiglia di allestire vasche chiuse dato che ci sono numerose testimonianze di C. Multidentate “saltatrici“.

Acquario: le cure dopo le vacanze estive

Al rientro dalle vacanze estive è possibile che l’acquario dimostri qualche segno di incuria dovuto alla vostra assenza come vetri sporchi, acqua poco pulita, troppe alghe; niente paura: bastano semplici cure e il vostro acquario ritornerà bello e in ordine come prima della partenza.

Per quanto riguarda la presenza delle alghe, sappiate che è perfettamente normale che con il caldo estivo e il metabolismo dei pesci si sia accelerata la produzione di alghe e la crescita delle piante. In ogni caso, la prima cosa da fare è prelevare dell’acqua e analizzarla con l’apposito kit, in modo da valutare gli interventi migliori per riportare l’acqua ai giusti valori di acidità.

Pesci e vacanza estive: i consigli per l’alimentazione

Dopo cani, gatti, conigli e furetti, oggi è la volta dei pesci: ecco quali sono gli accorgimenti utili da adottare se si possiede un acquario e bisogna assentarsi qualche giorno in vista delle vacanze. A differenza degli altri animali da compagnia, i pesci non possono essere spostati, ma non per questo è sbagliato avere il timore di lasciare i propri animali in mano di persone inesperte che potrebbero dargli poco cibo oppure troppo.

Innanzi tutto, bisogna sapere che i pesci sono in grado di sopravvivere diversi giorni senza cibo: basti considerare il fatto che gli acquariofili hanno l’abitudine di tenere sotto controllo l’alimentazione dei pesci non dandogli da mangiare tutti i giorni, in quanto in ogni acquario, soprattutto se ben tenuto, si formano discrete quantità di microrganismi e alghe che costituiscono una riserva di cibo vivo.

Come proteggere l’acquario dal sole

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In estate, l’esposizione diretta al sole non fa male solo alle persone, ma anche agli animali; nei post dei giorni precedenti vi abbiamo dato qualche suggerimento per proteggere cani e gatti dal caldo estivo, oggi vi spieghiamo come farlo anche con i pesci.

Se esponete l’acquario al pieno sole, anche i pesci contenuti all’interno possono soffrire, come del resto le piante, indispensabili per i corretto funzionamento dell’habitat dell’acquario. Se sistemiamo l’acquario al sole il primo risultato sarà quello di provocare un veloce innalzamento della temperatura dell’acqua che così diventerà insopportabile per i pesci, anche per quelli tropicali. Inoltre, se questa situazione persiste, i pesci ne potrebbero risentire così tanto da arrivare a morire.

La carpa Koi, per chi ama il laghetto in giardino

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Per tutti coloro che hanno la disponibilità di un giardino, ed una passione per la natura ed i pesci, vi è la possibilità di realizzare un piccolo laghetto casalingo, all’interno del quale far crescere piante ed animali. I pesci che meglio si adattano a questo tipo di ambiente, sono certamente le carpe Koi, o Cyprinus carpio. Si tratta di una varietà di pesce che assomiglia molto al pesce rosso: si differenzia dalla presenza di un solo barbiglio ai due lati della bocca e dalla dimensioni, la carpa Koi infatti è molto più grossa di un pesce rosso comune.

Sono divisi in varietà monocolori, bicolori e multicolori e si distinguono per il diverso sviluppo delle scaglie: alcuni esemplari hanno poche scaglie ma grandi (Doitsu), in altre le scaglie sembrano delle pigne (Matsuba), altri ancora hanno scaglie molto grandi e di aspetto metallico (se dorate, la varietà si chiama Kin-rin mentre se argentate, Gin-rin). La fully scaled mirror è varietà molto rara che si distingue per le squame molto grosse dislocate in ordine sparso su tutto il corpo, mentre la linear carp è una variante rara della carpa a specchi e si riconosce per la lunga linea di grosse squame che attraversa il corpo.

Quando il Koi raggiunge i 15 cm di lunghezza è consigliabile inserirlo in una vasca o laghetto all’aperto: è certamente il suo ambiente naturale! Nessun problema se il laghetto in inverno ghiaccia: l’importante è che abbia una profondità di 1,5-2 metri, così da consentire al pesce di sopravvivere e svernare tranquillamente. La carpa Koi venne importata dal Giappone, paese nel quale tale animale è riconosciuto quale simbolo di amore e di amicizia: la Koi è anche un pesce estremamente longevo, che si stima possa arrivare anche a 40 anni di età.

La Micosi nell’acquario

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Oggi ci occupiamo di un argomento che sta a cuore ai molti acquariofili che si aggirano in rete, quello delle micosi presenti all’interno dell’acquario. Purtroppo può accadere che i nostri pesci siano colpiti da funghi, in maniera non appropriata o comunque estrema, quando vi sono ferite, mucose danneggiate o altri parassiti pregressi. Occorre preliminarmente ricordare che i funghi sono sempre preseti nella vasca, utili per aiutare la decomposizione della materia organica che si trova naturalmente nell’acquario: si tratta di funghi inoffensivi e tollerati dai pesci fino a quando le loro barriere immunitarie non subiscono un deficit.

Le più diffuse sono certamente le micosi esterne: i sintomi manifestati dal pesce sono solitamente la comparsa di filamenti bianchi che si depositano intorno alla bocca, sulla pelle e sulle pinne. Inizialmente si tratta di un sottile strato che man mano diviene sempre più spesso fino a ricoprire completamente il pesce.

Cosa può causare tale infezione? Di certo alto inquinamento che porta all’indebolimento del pesce, lo stress, temperature sbagliate, un’alimentazione scadente oppure alimentazione con prodotti nocivi, avariati. Da non sottovalutare neppure il sovraffollamento della vasca che provoca stress ai pesci ed infine l’arrivo in vasca di pesci già colpiti da tali infezioni che la propagano agli altri tramite contagio.

Le Lumache in acquario

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La presenza di alcune lumache in acquario non è un pericolo per il benessere della nostra vasca, a meno che queste non aumentino in maniera considerevole, come in una vera e propria invasione: a quel punto occorre limitare la presenza di tali animali nella nostra vasca asportando le lumache. I metodi per eliminarle sono essenzialmente due: o catturandole con il retino o con altro strumento adatto, oppure intervenendo chimicamente, sciogliendo in acqua prodotti che a poco a poco consentono di eliminare le lumache in eccesso, senza ovviamente mettere in pericolo la salute dei pesci.

Non bisogna però dimenticare che in natura esistono diversi tipi di lumache, dalle lumache della famiglia Melanoides (dalla conchiglia a cono appuntito e molto rigida, vivipare e che trascorrono insabbiate la maggio parte delle ore diurne), a quella della famiglia Planorbidae (dalla conchiglia tondeggiante, a spirale tavolata) a quelle della famiglia Physidae (con conchiglia ovale e traslucida) e Lymnaea (a spire oblique e poco ricurve). Le più resistenti sono senza dubbio le lumache Melanoides, che è particolarmente difficile riuscire a cacciare via dalla vasca.

Il pesce matita

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Oggi ci occupiamo della scheda tecnica di un pesce molto particolare ed interssante per l’acquario casalingo, il Nannostomus Trifasciatus, detto comunemente anche Pesce Matita: questo pesce appartiene alla famiglia degli Emiodontidi, in natura vivono per lo più nel Bacino medio del Rio delle Amazzoni, del Rio Negro e della Guayana occidentale. Si tratta di un pesce dalla forma piccola, allungata ed appiattita sui fianchi, che presenta una colorazione uniforme, con dorso bruno e pancia biancastra, con una bella striscia longitudinale nera, sormontata da una seconda striscia più stretta che parte dall’occhio.

Di notte la colorazione si attenua: le femmine appaiono con colori leggermente più sbiaditi. E’ un pesce di piccole dimensione in quanto raggiunge al massimo i 6 centimetri di lunghezza: i pesci matita amano nuotare in temperature che si aggirano sui 25-28 gradi, con acqua molto dolce e moderatamente acida. Per chi intende acquistare tali pesci per il proprio acquario, occorre ricordare che in natura il pesce matita abita ruscelli con molta ombra e dalle acque lente, con tanta e ricca vegetazione: occorrerà che l’acquario sia allestito tenendo conto delle sue preferenze e del suo habitat naturale.

Amante prevalentemente del cibo vivo, ma può essere allevato con mangimi secchi e vegetali, il pesce matita vive in natura in branco, con un ciclo natatorio e motorio che spesso appare irregolare: è consigliabile pertanto che tale pesce venga mantenuto in branchi della stessa specie, affinchè possa trovare un ambiente il più possibile compatibile. Non va dimenticato che il pesce matita è un saltatore estremamente abile, si consiglia di coprire pertanto la vasca onde evitare spiacevoli sorprese.

Il riscaldamento dell’acquario tropicale

acquario tropicale

I pesci tropicali hanno bisogno di una temperatura costante elevata, ecco perché è necessario che l’impianto di riscaldamento dell’acquario sia adeguato alle necessità degli animali. Ci sono due tipi di riscaldatori; il più comune è quello che in provetta che rimane immerso nell’acqua; in pratica è un filo riscaldante sistemato in un’ampolla di vetro, è dotato di termostato e può avere diverse potenze, da 10 a 500 watt.

Un altro tipo di riscaldamento è quello costituito da cavetti collegati ad un termostato elettronico; questo tipo di riscaldamento ha il vantaggio di riscaldare l’acqua in modo uniforme, ma passando sotto la sabbia del fondo, sono applicabili solo al momento dell’istallazione dell’acquario.