Sfrattate da Palmaria: le cento caprette che vivono nell’isola davanti a La Spezia sono costrette a lasciare l’isola.
Accusate di danneggiare la biodiversità di Palmaria in seguito al loro inselvatichimento, le carpette potranno contare su un lieto fine: saranno recuperate e salvata grazie a ENPA Ente Nazionale Protezione Animali che dalla giornata di oggi, 3 febbraio, ha dato inizio alle operazioni.
L’attività coordinata da Massimo Pigoni, responsabile del Cras di Genova (Centro Recupero Animali Selvatici) punta a recuperare le oltre cento capretti attraverso varie fasi, prima lo studio, poi il censimento, poi la localizzazione e la cattura con metodi incruenti, tipo recinti mobili o l’utilizzo di radiocollari, infine il trasferimento su terraferma presso un’azienda agricola che ospiterà le carpette fino a quando non saranno adottate.
Saranno valutate però solo adozioni 100% cruelty free come ad esempio quelle richieste da fattorie didattiche per portate a compimento quella che viene definita come la maggiore operazione di salvataggio di animali in Italia.
Totalmente escluse dalle ipotesi adozione, eventuali destinazioni in fattorie o strutture per scopi alimentari: le carpette di Palmaria, una volta l’asciata l’isola natìa potranno vivere una vita serena senza il rischio di finire su qualche tavola o sotto i colpi di qualche cacciatore.
L’operazione è lunga e delicata e le operazioni supportate Enpa con crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso per poter supportare un’operazione che ha scongiurato fortunatamente l’ipotesi iniziale delle uccisioni di animali proposta dalle amministrazioni comunali di Porto Venere, in provincia di La Spezia, e che avevano già indignato l’opinione pubblica.