Il canile comunale di Lecco sta diventando un caso giudiziario oltre che politico. La notizia riportata nei giorni scorsi circa la sua chiusura in quanto struttura non adeguata alla legislazione aveva infatti colpito in molti, soprattutto perché a gestire da 10 anni la struttura è l‘Associazione Leidaa (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente) fondata da Michela Vittoria Brambilla, paladina in parlamento ed in televisione di tutti i pets. La cosa spiacevole è che in molti hanno posto l’accento sulla chiusura e sulla gestione, tuonando contro l’ex ministro, che non ci sta e replica.
Il canile non è ancora chiuso, ma perfettamente funzionante. E nulla della situazione in cui versa dipende dalla gestione che anzi è stata rinnovata già due volte. Le querele a chi ha scritto altrimenti fioccheranno a volontà: è un attacco politico basato su affermazioni errate. Questo il succo di alcuni interventi della Brambilla che abbiamo trovato leggendo giornali e pagine web, ma soprattutto è ciò che viene confermato anche dal comune di Lecco che ha dovuto diffondere un comunicato ufficiale al riguardo. Ne riportiamo i punti salienti:
“Il canile di Lecco è al momento aperto e funzionante, sulla base delle deroghe temporanee concesse dalla ASL di Lecco (compresa quella della fine di novembre 2012 dopo la quale il canile verrebbe chiuso e quindi, per conseguenza, terminerebbe la gestione della struttura da parte della Leidaa ndr) . Si precisa che il canile è di proprietà del Comune e l’associazione che attualmente lo gestisce, sulla base di una convenzione, non ha responsabilità sulla struttura. D’altronde le problematiche relative all’edificio e la necessità di un nuovo canile a Lecco sono note almeno dall’anno 2008 e l’attuale Amministrazione comunale, fin dal momento del suo insediamento, è al lavoro per trovare le opportune soluzioni. Nel corso di questi ultimi due anni si è proceduto alla ricerca di un’area, all’interno del territorio comunale, per la costruzione di una nuova struttura di accoglienza per gli animali, purtroppo senza successo”.
E qui arriviamo al culmine del problema, come avevamo annunciato nel nostro precedente post sul caso del canile di Lecco: non ci sono i fondi per metterlo a norma e dunque i cani andranno adottati o affidati ad altre strutture (sono circa 150). Avevamo evidenziato come la bega politica non ci interessava, e rischiava di mettere in secondo piano il benessere di questi animali. Ebbene, visto che il tormentone continua, in attesa che come annunciato dal Comune si trovi una soluzione ottimale per non chiudere la struttura (dunque non per “colpe di gestione”), che ne pensate comunque di portare a casa qualcuno degli ospiti? In questi giorni sono arrivate migliaia di richieste preso le associazioni animaliste per adottare i beagle di Green Hill, perché non dirottare questo gesto anche nei confronti dei cani del canile di Lecco e di quelli di tante altre città. Visitate il sito della Leidaa per sapere come.
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