“Cani sciolti” in giro per Montichiari (Brescia), ma non è la bella notizia che tutti si aspettano gli oltre 2.500 Beagle racchiusi nel canile lager di Green Hill, non sono ancora stati liberati. Nonostante le proteste e gli inviti anche da parte delle Istituzioni a chiudere i battenti, i capannoni rimangono ancorà lì, a fabbricare cani da destinare a torture e morte nei laboratori delle case farmaceutiche. Nel fine settimana è iniziato un nuovo sit-in ed i partecipanti sono i “cani sciolti” in questione. Inizialmente, il 2 dicembre erano in 15, un gruppetto proveniente da tutta Italia che ha iniziato uno sciopero della fame oltre che il sit-in davanti al Comune di Montichiari, per chiedere ancora una volta la chiusura di Green Hill.
Si tratta di una protesta pacifica e come spiegano i partecipanti “deve rimanere civile”. Si invitano le persone che hanno intenzione di protestare con violenza e veemenza a rimanersene a casa, mentre si chiamano in supporto tutti gli altri. Certo, a Montichiari fa freddo, il tempo è brutto, piove, ed il Sindaco Elena Zanola, dopo aver ricevuto in consegna dall’ex ministro Brambilla e da Edoardo Stoppa circa 17.000 firme raccolte per richiedere la chiusura del canile, ha risposto facendo transennare l’area adiacente al Comune, ovvero l’unico porticato dove gli attivisti potevano ripararsi dalle intemperie. Non un gesto carino, certamente, ma i cani sciolti non mollano. E chiedono un ulteriore supporto emotivo, da tutti, oltre che la presenza sul posto: più si è e meglio è (ma sempre con civiltà). Nella Home Page del sito dell’Onorevole Maria Vittoria Brambilla si legge:
“Ora basta, non si può continuare ad ignorare l’indignazione dei cittadini. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità e la smetta di fingere di non sapere. Ora o mai più. Non bisogna mollare. Ognuno di noi deve fare la sua parte, con la generosità di sempre. E così farò anch’io, sarò con voi.”
Di battaglie al riguardo ne sta portando avanti diverse: ricordate? Poco tempo fa ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e ai Nas di Brescia, richiedendo in forma ufficiale un intervento volto ad
“accertare violazioni della normativa statale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali di affezione“.
Le violazioni legislative sono state confermate da un’ispezione delle guardie zoofile oltre che dalle immagini della sua visita ufficiale all’interno di Green Hill. La Procura della Repubblica ha così aperto un’inchiesta. Incita allora la Brambilla:
“Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel dell’orrore di Green Hill: è il momento di concentrare tutte le forze. L’Italia che ama gli animali e vuole vederli rispettati si è unita in un unico grande moto di indignazione, che ha smosso l’opinione pubblica. Anche tra coloro che a vario titolo collaborano con la Green Hill stanno cominciando a presentarsi importanti casi di obiezione di coscienza: l’azienda privata che si occupava della sorveglianza dell’allevamento ha, per questa ragione, voluto cessare ogni rapporto e rompere il contratto. I media continuano a tenere alta l’attenzione. Il Parlamento deve portare a termine l’iter di approvazione della mia norma di legge che vieterà per sempre questi allevamenti nel nostro paese”.
Si ma quando?
Fonte: Sito M.V.Brambilla
Foto: Thinkstock
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