In Grecia, a fronte dell’aumento dei cani abbandonati e della crisi economica che ha colpito il paese, i canili e le associazioni animaliste non ricevono più le sovvenzioni da parte dello Stato. A denunciare la drammatica situazione dei randagi è una volontaria del gruppo non-profit Stray.gr Christiana Kalogeropoulou.
A causa della congiuntura, infatti, sono molti i padroni che a malincuore decidono di privarsi del loro amico a 4 zampe, abbandonandolo in mezzo ad una strada. I volontari delle associazioni che si occupano della difesa e dei diritti degli animali lamentano di raccogliere ogni giorno decine e decine di randagi, non soltanto meticci, ma anche cani di razza.
Come ha spiegato Christiana Kalogeropoulou:
La situazione è completamente fuori controllo. Tutti gli sforzi fatti in passato per cambiare la mentalità della gente e far sì che lo Stato si assumesse le proprie responsabilità circa il fenomeno del randagismo non sono serviti a niente.
Le autorità statali, infatti, hanno completamente smesso di finanziare le operazioni di soccorso degli animali già a partire dal 2009. Un altro esempio del dramma che si sta consumando in Grecia è quella lamentata dal capo dell’Associazione ambientale per i Comuni di Atene e Pireo, che da 3 anni non riceve un solo centesimo da parte dello stato, nonostante per legge abbia diritto a finanziamenti pari al 70% del suo bilancio annuale, tanto che molti membri dell’associazione sono costretti a lavorare gratis. Tuttavia, troppi cani per le strade possono causare epidemie e malattie. Proprio in questi giorni, infatti, è esplosa un’epidemia di cimurro, una malattia mortale per i cani.
Due fa Atene investiva ben 500 mila euro per assistere e proteggere i randagi della Capitale; oggi il comune è riuscito a stanziare con enormi difficoltà solo 190 mila euro, e nei prossimi mesi è possibile che questa cifra venga ulteriormente ridotta.
La situazione è allarmante anche per via di un altro fenomeno. Nelle periferie, infatti, iniziano a vedersi cani randagi che girano in branco e che potrebbero rappresentare un pericolo per i bambini e le persone isolate. Anche per questo motivo le associazioni hanno chiesto aiuto alle istituzioni.
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