I cani randagi capiscono meglio gli umani? È una domanda più che lecita se pensiamo che spesso e volentieri i nostri amici a quattro zampe che vivono in strada sembrano comprendere meglio i nostri gesti.
I cani randagi e l’uomo
Questi animali nel corso dei millenni sono diventati fedeli amici dell’uomo. Ed è affascinante pensare che anche quando non passano la loro vita all’interno delle abitazioni siano in grado di comprendere la gestualità umana.
Negli ultimi tempi uno studio si è occupato proprio di studiare i cani randagi e la loro capacità di rapportarsi con gli esseri umani comprendendo i loro gesti. Anche se non hanno mai avuto contatti con persone.
Prima di procedere, va sottolineato, che spesso questi animali vengono considerati una minaccia perché la mancanza di cura può portarli ad essere anche portatori di rabbia, un virus in grado di uccidere non solo l’animale ma anche l’uomo.
Qualcosa che purtroppo in alcune zone del mondo ha portato anche le persone a comportarsi in maniera errata con questi animali, uccidendoli in modo crudele.
Secondo gli esperti conoscere meglio quindi i cani randagi potrebbe aiutare anche a migliorare il rapporto di questi con le persone, riuscendo ad evitare uccisioni indiscriminate.
Lo studio delle ciotole
Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista di settore Frontiers in psychology, ha visto il comportamentista animale Anindita Bhadra di Calcutta, studiare con i suoi colleghi 160 cani randagi solitari presenti in differenti città indiane.
A ognuno di essi la squadra ha messo due ciotole coperte nelle vicinanze, una vuota con la presenza di odori di cibo e una con del pollo crudo. Uno degli studiosi è poi rimasto lì fermo a indicare una delle due ciotole, a volte anche solo per degli attimi senza mai avvicinarsi davvero ai contenitori.
Del 50% dei cani avvicinati, circa l’80% si è avvicinato alla ciotola indicata dallo scienziato, comprendendo la gestualità umana. Quando la ciotola indicata era vuota, i cani mostravano meno volontà nell’eseguire nuovamente l’indicazione dell’umano.
Non si tratta del primo studio eseguito in tal senso: in passato esaminatori erano posti più vicino alle ciotole.
Si è visto che maggiore era la distanza dalle ciotole, maggiore era la propensione del cane al giudicare il comportamento umano prima di decidere come comportarsi. Anche in base al premio derivante dalla decisione stessa.
Cosa significa questo? Semplice: i cani randagi sono capaci di relazionarsi con l’umano anche in caso di esperienze traumatiche. E che sono intelligenti a prescindere dalla loro convivenza con gli umani.