Accadono cose strane in Italia. Quella che vi raccontiamo oggi riguarda 16 cani randagi, accolti e curati amorevolmente da tempo da un quarantenne, Alfredo Di Rauso, residente nel comune di Sant’Elia di Fiumerapido, tra Cassino e Frosinone. Ad uno ad uno, anno dopo anno, li ha visti feriti, ammalati, affamati e li ha raccolti nel suo giardino preoccupandosi di tutte le spese veterinarie e per il cibo. Cani di ogni razza e taglia, senza distinzione. Il tutto fino a questa estate, quando, a causa della crisi economica che ha colpito gli italiani, lui compreso: avrebbe potuto sbarazzarsene tranquillamente, ma non lo ha fatto, ha piuttosto pensato di chiedere aiuto per un minimo sostentamento agli animali.
Si è così rivolto alle autorità, al Comune, dal quale però inizialmente ha ricevuto solo promesse e nulla di concreto. Qualcuno però ha risposto all’appello: l’ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente) nella sede di Frosinone per un sostegno in termini di croccantini e assistenza veterinaria. Tutto è bene quel che finisce bene allora? No. perché il Comune interpellato si è alla fine fatto vivo concretamente, purtroppo però nel modo più cieco ed incredibile che si possa immaginare. La sua abitazione è stata “visitata” dai vigili urbani e dalla ASL che hanno pensato bene di intimare all’uomo di mettere il microchip a tutti i cani e di darne via almeno 6. La legge infatti stabilisce che per tenere più di 10 cani occorre avere particolari autorizzazioni e condizioni strutturali che chiaramente per motivi economici Di Rauso non si può permettere di richiedere ed ottenere.
Se le cose non cambieranno a breve, il comune provvederà a far accalappiare sei cani e a metterli in un canile. Ora è certo che le leggi vanno rispettate, soprattutto se queste vogliono significare condizioni adeguate per la vita di 6 animali. Ma starebbero meglio in famiglia nel giardino dell’uomo, seppur senza le autorizzazioni necessarie della ASL o in un canile? E a questo punto, al Comune quanto costerebbe fare ciò? Lo ha spiegato in un’intervista Francesco Altieri, presidente dell’ANPANA di Frosinone:
“Accalappiare un cane costa 150 euro e mantenerlo in un canile ben 4 euro al giorno che per un anno fa circa 1500 euro a cane. Comprare qualche sacchetto di mangime e supportare di Rauso nella sterilizzazione dei cani costerebbe molto meno, al massimo qualche centinaio di euro in tutto. Per fortuna altrove i sindaci si comportano diversamente. Per questo, data l’emergenza che si è creata, ci stiamo muovendo in altre direzioni cercando anche di trovare soluzioni per gli affidi degli animali”.
Speriamo che qualche funzionario nel Comune di Sant’Elia di Fiumerapido ci ripensi, si tolga la benda dagli occhi ed eviti la separazione tra i 6 cani e l’uomo che finora si è amorevolmente preso cura di loro. Cani abbandonati a loro stessi, randagi, avevano trovato una famiglia che ora sono costretti a lasciare a causa della burocrazia e delle autorità. Che strane storie che accadono in Italia, vero?