Spesso nelle descrizioni sulle singole razze canine si fa riferimento ai sensi dei cani, rispetto proprio alle caratteristiche specifiche di quel cane o quell’altro, la vista acuta, il fantastico udito, l’olfatto che non può essere ingannato. Ma facciamo una breve analisi dell’espressione dei cinque sensi nel mondo canino, in modo generico ma anche specifico, con un piccolo riferimento “magico” sul finale.
L’udito. E’ conoscenza comune che i cani percepiscono gli ultrasuoni, ovvero vibrazioni sonore ad altissima frequenza, che noi umani non possiamo sentire. Questa caratteristica era spesso utilizzata durante le guerre, i soldati attraverso speciali fischietti davano ordini ai cani, ordini che il nemico non poteva sentire, e quindi in alcun modo poteva sospettare che il fedele amico dell’avversario fosse pronto a intervenire in qualche modo, magari per chiamare aiuti e rinforzi. In più, noi percepiamo suoni leggeri se sono a circa 4 metri di distanza da noi, questa stessa percezione per il cane corrisponde a 25 metri di distanza, quindi immaginate quanto bene possa distinguere i suoni e percepirne anche la distanza. Di questo ne abbiamo continue prove quotidianamente con i nostri cani, percepiscono suoni e rumori prima di noi, anche i tuoni durante i temporali, ad esempio, sentono quelli che noi non riusciamo a sentire, e anche per quello hanno più paura di noi!
La vista è il senso canino più discusso. Molti affermano che i cani, soprattutto alcuni, come i Levrieri ad esempio, abbiano un’ottima vista, ma altri invece sostengono che loro possono percepire solo i movimenti delle ombre, senza colori. La verità probabilmente sta nel mezzo, i cani vedono in bianco e nero, ma le immagini, in alcune razze più che in altre magari, risultano nitide, e questo grazie anche alle selezioni operate dall’uomo per il miglioramento di una razza. Di sicuro i cani vedono meglio di noi al buio, e i cani pastori posseggono un campo visivo di 180 gradi, che gli fa percepire i gesti del padrone anche a lunghissime distanze. I Levrieri invece, da sempre abituati a cacciare a vista, ci vedono benissimo, forse sono solo i cani da compagnia, che allenando poco questo senso, finiscono per averlo come il più debole dei cinque.
Il gusto e l’olfatto vanno di pari passo nei cani, ma di certo il gusto non è un senso molto utilizzato, visto che la maggior parte dei cani non assapora nessun cibo, lo inghiotte senza nemmeno masticare troppo! Questo anche perchè il gesto istintivo è quello di annusare, infatti se il cane mangia sempre senza annusare prima è bene addestrarlo, in modo che non possa prendere cibo dagli sconosciuti, che potrebbero dargli qualcosa che gli farebbe male. Soffermandoci un attimo sul gusto possiamo aggiungere che questo senso può essere utile però in caso di carenze alimentari, infatti il cane che mangia terra, sassolini o sterco spesso lo fa perchè l’istinto lo spinge verso quei sapori, per assorbire minerali o vitamine. Se il vostro cane lo fa spesso infatti rivolgetevi al vostro veterinario.
Tornando all’olfatto, è chiaro che questo è il senso principale per il cane. Tutta la sua esistenza è guidata dagli odori, ne percepisce a migliaia, riesce a distinguerli e a non farsi sopraffare e ogni cane, anche i più piccoli amici da compagnia, sono capaci di cose che magari nemmeno immaginiamo: sentire la presenza di una sola goccia di sangue in cinque litri d’acqua, distinguere con precisione i tipi di carne, maiale, vitello, pollo; un cane sa sempre cosa sta mangiando. I cani riescono a identificare le parentele dall’odore, a capire se due persone sono gemelle e riescono a seguire gli odori anche se mescolati a puzze molto forti. Pare che anche lo scodinzolio serva a distribuire i segnali olfattivi, legati alla gioia. Sono in grado di seguire le piste per chilometri e chilometri, si fermeranno solo incontrando un corso d’acqua, o se l’oggetto del cercare si è alzato a qualche centimerto da terra, questo perchè il cane non segue solo il singolo odore, umano o animale che sia, ma ne percepisce la combinazione con la terra, l’erba e l’ambiente circostante. Anche il tartufo è fondamentale, non solo l’apparato interno. Il fatto che sia umido serve loro per fissare sulla superficie bagnaticcia le emanazioni, che vanno a stimolare le papille percettive. In più pare che i cani percepiscano in particolar modo gli acidi grassi, ovvero quelli che fanno parte dell’alimentazione dei carnivori. Alcuni cacciatori infatti tengono i loro cani a digiuno il giorno prima della caccia, anche se così rischiano sempre che il cane divori la preda, non solo che la percepisca con una maggiore carica!
Il tatto è invece il senso meno conosciuto. Sappiamo che il pelo si raddrizza se viene sfiorato, che i cani da neve possono dormire al freddo, svegliarsi ricoperti di ghiaccio, senza soffrirne, questo perchè il pelo, con le basse temperature, si infoltisce. Sappiamo che i cani percepiscono perfettamente le percosse così come le carezze, che terreni e percorsi particolari feriscono i cuscinetti plantari, ma ad esempio il ruolo delle vibrisse, simili a quelli dei gatti, non lo conosciamo bene, così come non siamo sicuri del tipo di percezione che il cane ha con il contatto di ogni cosa che tocca o sfiora.
Il vero mistero però resta il sesto senso, quello di cui gli scienziati non vogliono sentir parlare, ma che affascina tantissimo noi che possediamo e amiamo i cani. Come fa un cane a distinguere il rumore della macchina del suo padrone, a distinguerla tra tutte le altre auto e tra quelle dello stesso identico modello? Non può essere solo l’udito così “super sviluppato”, c’è qualcosa in più. E quei cani che percorrono strade sconosciute per tornare a casa? Non è memoria di percorsi fatti mille volte, e allora cos’è? A noi piace pensare che quella sia l’anima speciale dei cani, la loro magia, il sesto senso che li rende davvero speciali.
[photo courtesy of *octane2]
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