Insegnare ai cani a parlare, ci pensavano i nazisti. Ad Hitler evidentemente non bastava che a pronunciare Heil, mein Führer! fossero soltanto gli umani, se così si possono definire i suoi proseliti, quelli che condividevano la sua visione del mondo e i suoi metodi.
Tutto ha inizio con un progetto che prevedeva l’integrazione dei cani come risorse nello sforzo bellico e fin qui niente di strano, a parte il fatto che venivano asserviti ad una causa ignobile, pensiamo ai campi di concentramento, ad esempio, e chi non evoca l’immagine delle SS con il pastore tedesco al guinzaglio a pattugliare i lager?
Ad ogni modo, anche oggi i quattrozampe, come abbiamo visto nel caso più eclatante e recente, la cattura di Osāma bin Lāden, vengono impiegati come cane soldato nelle cause, più o meno nobili, dell’uomo, in operazioni antiterrorismo o al fronte. Alcuni si ammalano delle stesse sindromi belliche dei veterani e soffrono di stress post-traumatico, lo abbiamo visto nel caso di Gina, una soldatessa con la coda tornata da una missione in Iraq. Il rumore delle bombe e l’odore minaccioso della guerra, per intenderci, non fanno bene agli uomini e nemmeno ai cani che se solo potessero davvero parlare non so se saremmo tanto contenti di sentire cosa hanno da dirci a riguardo.
La mission del progetto Wooffan, tornando ai nazisti del Terzo Reich, era di usare i cani come guardie in modo da avere più uomini disponibili da inviare al fronte. I cani venivano addestrati nella scuola Tier Sprechschule, istituita a Leutenburg, vicino Hannover, negli anni Trenta ed operativa per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale.
Ian Bondeson, ricercatore all’Università di Cardiff, autore di un volume dal titolo Amazing Dogs: A Cabinet of Canine Curiosities, ha scoperto in alcuni documenti di archivio della scuola che i cani dovevano imparare a scrivere con le zampe, battendole, nello specifico, o in alternativa utilizzando la voce ed abbaiando un diverso numero di volte in base alla lettera.
Rolf, un Terrier, molto intelligente come abbiamo visto ieri con Jesse, il cane casalingo, ci sarebbe riuscito e non solo, avrebbe addirittura composto poesie e sarebbe stato capace di domandare ad una donna in visita alla scuola se era in grado di scodinzolare. Questo almeno è quanto riportato nei documenti d’archivio della scuola tedesca. Altri successi del progetto, se tali si possono definire: un vocabolario minimo con le parole Ho fame e Mein Führer.
[Fonte: Telegraph.co.uk]