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Cani malati di leishmaniosi, nasce il primo centro in Italia

Una malattia terribile se non curata in tempo e nella corretta maniera, che condanna decine di miglialia di animali in Italia a essere abbandonati da proprietari terrorizzati, e a trascorrere il resto della vita in canile senza speranza di adozione. Primo in Italia, il Leishmania Center, nato a San Cesareo, in provincia di Roma, è una risposta concreta alla leishmaniosi: si tratta di un centro che accoglie e cura i quattro zampe colpiti, per poi restituirli a una vita normale, sfatando pregiudizi e luoghi comuni. Dalla leishmaniosi, malattia infettiva trasmessa con la puntura di un insetto tipo la zanzara, il pappatacio, inizialmente endemica del centro-sud; da qualche anno diffusa anche al nord, si guarisce.

 

cane con volontaria

Prima struttura in Italia specializzata nella cura della leishmaniosi canina, nasce per volontà di Livio Odorizzi, gestore del canile La Fattoria di Tobia, dove il Leishmania Center sorge. Ospiti del centro sono cani affetti da leishmaniosi provenienti dai canili del Lazio o soccorsi dai volontari dell’associazione Alfa ; presi dalla strada o da altri canili del centro e sud Italia che altrimenti non avrebbero la possibilità d’essere curati.

Una risposta concreta a una malattia sempre più diffusa che condanna gli animali alla reclusione a vita, senza speranza di adozione. Tra i suoi scopi principali il centro ha quello di incentivare le adozioni dei cani ammalati, veicolando una corretta informazione e sfatando luoghi comuni e pregiudizi.

Alla base del progetto Leishmania Center, che nasce dalla collaborazione tra Alfa, Associazione Love For Animals, il canile La Fattoria di Tobia e medici veterinari specializzati che operano nella struttura, (raro esempio di sinergia fra un’associazione animalista e un canile cosiddetto convenzionato, realtà mosse da obiettivi tanto diversi e spesso contrastanti), c’è la volontà di creare un ambiente il più possibile familiare.

I cani in terapia hanno bisogno di cure, non solo mediche e nutrizionali ma anche psicologiche, comportamentali e affettive per non sentirsi abbandonati e scartati e perché serenità e motivazione, come si sa, accelerano il processo di guarigione: passeggiate, coccole, giochi, interazione fanno parte della terapia. L’attenzione è rivolta verso l’individuo cane e non verso la malattia.

Vogliamo segnare un punto di rottura con il passato affermando il diritto alle cure e la possibilità di adozione per animali che altrimenti sarebbero condannati – afferma Rosanna Cabasino, responsabile del Settore adozioni di Alfa –  è ora di smettere di temere qualcosa solo perché non lo si conosce. La leishmania, se diagnosticata in tempo, può e deve essere curata in maniera appropriata e l’esperienza fino ad oggi acquisita  lo dimostra. Non deve essere una condanna a morte, ma una ragione in più per dare assistenza e adottare.

I risultati e l’esperienza maturata al  centro sono regolarmente monitorati dall’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della  Toscana che sostiene l’iniziativa offrendo il suo contributo e garantendo il controllo sanitario.

 

Fonte e foto leishmaniacenter.org

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