I cani di Kim Jong-un finiscono allo zoo. O meglio, i cani regalati dal dittatore all’ex presidente della Corea del Sud. E tutto, quanto pare, per una questione politica.
Cani simbolo di pace ma politicizzati
Di certo lo zoo non è il luogo migliore nel quale far crescere dei cani, a meno che non vengano lasciati liberi di girare per la struttura e vengano seguiti con un certo affetto da parte di addetti.
Il problema è che questi animali si trovano senza padrone per via di mancati accordi per il loro mantenimento. Ed è assurdo che i soldi debbano ancora una volta dettare il benessere di animali che fino a quel momento hanno potuto vivere all’interno di una famiglia.
Entrando nello specifico della storia parliamo di due cani donati quattro anni fa al presidente sudcoreano Moon Jae-in voi in seguito al vertice di Pyongyang del 2018. Fino a che l’uomo rimasto in carica la coppia di animali è cresciuta all’interno della residenza presidenziale.
A maggio finito il suo incarico li ha portati a vivere nella sua casa privata. Non è chiaro se i due cani, Gomi e Songgang siano considerati una proprietà di Stato. Sta di fatto però che in mancanza di un accordo tra l’ufficio dell’ex presidente e il governo per quel che riguarda il costo delle cure veterinarie e del cibo i due sono stati trasferiti allo zoo della città di Gwangju.
Saranno curati e amati
Il sindaco della cittadina li ha presentati come simbolo di pace e di riconciliazione tra i due paesi. E per questo ha fatto sapere che verranno allevati al meglio proprio perché considerati un seme per la pace.
Una domanda però sorge spontanea: perché l’ex presidente non ha sborsato di tasca propria i soldi necessari alle loro cure? Erano i cani della Presidenza ma non considerati propri da Moon? Quel che sembra e che siano stati un simbolo politico la cui gestione è stata molto scarsa.
Da quel che si evince i due animali vivranno comunque bene e amati nella loro nuova casa. Di certo fa strano sapere che quest’ultima sarà in realtà uno zoo, dove altri animali vivono in cattività.
Ora ovviamente non è possibile comparare la loro permanenza nel giardino zoologico a quella in un canile. Di certo però gli esemplari meriterebbero di poter contare su una famiglia amorevole e su tanto affetto.
La speranza è che proprio perché considerati simbolo di pace possano essere curati in modo egregio da chi si occuperà di loro.