Cani in grado di fiutare il Coronavirus? Sembrerebbe di sì e per questo stanno partendo, in diverse parti del mondo studi appositi: la loro capacità di essere, a quanto pare, meno avvezzi dei gatti a essere contagiati dal virus sta portando a pianificare un loro possibile utilizzo per la diagnosi precoce di questa malattia.
Addestrare i cani al riconoscimento del Coronavirus
Nel corso di questa pandemia di Coronavirus in atto se ne sono dette molte sul ruolo e sulla “pericolosità” del cane e degli animali domestici rispetto al virus: quella che si è dimostrata essere la realtà dei fatti è una certa “immunità” (termine da prendere con le pinze, N.d.R.) per ciò che riguarda il migliore amico dell’uomo e una maggiore capacità di poter rimanere infettato a causa dell’eventuale positività del proprio padrone, per il gatto.
Contestualmente ci si è resi conto che gli animali domestici sono in grado di alleviare lo stress delle persone poste in isolamento sociale: fattore questo che ha reso evidente quanto questi esemplari siano importanti e debbano essere preservati. Dapprima in Iran e poi in Gran Bretagna, tenendo conto del fatto che i cani sono in grado di fiutare tumori, diabete e altre patologia con una certa precisione, si è pensato che potesse essere possibile un simile “addestramento” anche con il Covid-19.
La ricerca alla base dell’addestramento
A puntare su questa capacità in particolare dei cani ci pensa uno studio condotto dai ricercatori del London School of Hygiene and Tropical Medicine, del Medical Detection Dogs e della Durham University: gli esperti stanno preparando tutto ciò che è necessario per “addestrare in maniera intensiva i cani” al fine di renderli capaci di rivelare la presenza del coronavirus nelle persone in circa 6 settimane. Ha spiegato il professor James Logan, coordinatore della ricerca:
Il nostro precedente lavoro ha dimostrato come i cani siano in grado di individuare l’odore degli umani con un’infezione di malaria e con un’accuratezza incredibilmente alta, oltre gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità. Sappiamo che altre malattie respiratorie modificano l’odore del corpo e dunque esiste la possibilità che lo faccia anche il Covid-19.
Gli scienziati, per quanto impegnati con solerzia nell’addestramento spiegano anche di non essere certi che i cani possano riuscire nell’impresa. Se funzionasse, spiegano, i cani sarebbero capaci di “testare” fino a 250 persone in un’ora senza risultare invasivi. L’addestramento, come ha spiegato la dott.ssa Claire Guest, Ceo di Medical Detection Dogs, verrebbe effettuato come già avviene per altre patologie che cani sono stati in grado di rivelare.
Partendo dalla possibilità della rilevazione da parte del cane quel che si vorrebbe raggiungere, è un controllo veloce e facile degli asintomatici che potrebbe portare alla messa a punto della prevenzione necessaria nei confronti di nuove ondate.