Un terremoto molto forte che, a distanza di un anno, ha lasciato ferite profonde in una regione intera, nel cuore degli abitanti e anche negli animali domestici che, alla fine di tutto, a causa della loro profonda sensibilità, hanno vissuto dei veri e propri momenti di panico, per i quali è stato necessario l’aiuto di esperti. Si, perchè quando accade qualche evento catastrofico, di loro non si parla mai, dando la precedenza agli uomini e dimenticandosi che sono delle creature indifese, dotate di forti sentimenti al pari, o forse di più, degli esseri umani. Come riportato nel sito dell’Ansa, forse i giorni peggiori sono stati i dieci successivi al sisma soprattutto per cani e gatti che, oltre, agli attimi di terrore, hanno scoperto cosa significa vivere in un luogo diverso dalla casa in cui erano abituati a stare, cambiare alimentazione e, nei casi più gravi, non rivedere mai più i loro padroni.Per fortuna un team di medici specializzato, è subito riuscito ad intervenire aiutandoli piano piano a riprendersi, con un percorso durato fino a maggio del 2009, ma con un occhio attento anche adesso.
Del resto la situazione nell’immediato era veramente tragica, come ha spiegato ai microfoni dell’Ansa, Giorgia Gentile, veterinario dell’Aquila: “Quando sono stati visitati i primi animali, questi soffrivano di tremori ed erano in continua agitazione. Sembrava avessero il terremoto addosso“. A questo proposito, l’evento è servito anche a lei come ad altri medici per completare degli studi sugli effetti dei sismi sugli animali, partendo proprio dall’osservazione di una cinquantina di cani e gatti curati nelle tendopoli.
“All’inizio, – ha continuato – le persone non erano in grado di concentrarsi sui problemi del proprio animale, mentre poi si è sviluppato spesso un forte attaccamento. C’è stato anche un aumento di adozioni, specie tra chi aveva perso familiari o l’animale domestico. L’Aquila e i paesi limitrofi sono sempre pieni di randagi, liberi di girovagare. Ho registrato un aumento dell’aggressività, specie fra cane e cane, costretti a vivere in condizioni di sovraffollamento. Se il proprietario era agitato ed era facile scattassero liti fra vicini, lo stesso capitava fra cani“.
foto di: forza 10
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