Si tratta di una notizia che ha del sensazionale, ma prima di cantare vittoria, come è d’obbligo, è il caso di aspettare gli effettivi progressi della scienza. Tuttavia i ricercatori sono fiduciosi e confermano che in un prossimo futuro, nemmeno troppo lontano, i cani potranno essere un pò “dottori” e fiutare negli essere umani i tumori alla prostata. Grazie alle loro potenti capacità olfattive, infatti, potranno trovare qualcosa di alterato nei pazienti, proprio partendo dalle loro urine. Si sta occupando del curioso esperimento, un gruppo di studiosi francesi che da anni si è accorto della capacità degli animali da compagnia, in questo senso. La diagnosi precoce e l’individuazione di un carcinoma, del resto possono davvero fare la differenza riguardo alla salute delle persone. I primi risultati degli studi, intanto, sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista European Urology e portano la firma di una equipe di medici e esperti biochimici, guidati da Olivier Cussenot, professore di urologia oncologica presso l’ospedale Tenon di Parigi.
La loro testimonianza, importantissima, parte dall’adozione di un pastore belga, addestrato con tanta pazienza, che ha dimostrato di riuscire nell’impresa con la stessa affidabilità di quando viene messo davanti a tale razza dell’esplosivo o stupefacenti o, ancora, viene impiegata per la ricerca di persone sepolte dalle valanghe. Dai primi dati, sembra che questo tipo di pet, riesca a riconoscere a presenza di una neoplasia prostatica con una precisione che è risultata pari al 91 per cento.
Entusiasta Bernardo Rocco, urologo all’Istituto europeo di oncologia di Milano, il quale ha confermato:”Questo significa, come precisano gli autori della ricerca, che l’urina degli uomini malati ha un odore particolare. Partendo da questa osservazione, quindi, si potrebbe tentare di perfezionare i test biochimici finora utilizzati in laboratorio per l’identificazione di questa forma di cancro”. Una speranza in campo medico e per la cura delle persone affette da tale grave disturbo.
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