Un cane torturato con delle scosse elettriche. E per quale motivo poi? Per non farlo abbaiare e disturbare i vicini di casa. La triste storia arriva da Monza, dove i volontari dell’associazione Enpa hanno sottratto un meticcio di undici anni dalle sevizie cui era sottoposto quotidianamente.
Il cane, di grossa taglia, veniva tenuto in un piccolissimo recinto, sporco, presentava pulci e zecche, una congiuntive piuttosto diffusa ed era visibilmente malnutrito. Per alcuni giorni l’Enpa si è occupata anche della pulizia del box del cane, fornendo aiuto al proprietario che non era in grado di occuparsene a causa dell’età avanzata: inizialmente l’uomo appariva collaborativo e contento dell’aiuto ricevuto. Ma dopo poco è giunta una nuova segnalazione, questa volta per maltrattamenti.
Al cane era stato posto al collo un collare che emetteva delle scosse elettriche non appena l’amico a quattro zampe abbaiava: il voltaggio era basso ma l’amperaggio piuttosto alto. Il cane si lamentava, appariva in condizioni di visibile sofferenza fisica e psicologica ed il proprietario impediva l’accesso ai volontari nel box. Immediatamente contattate le autorità competenti e posto sotto sequestro, ora l’animale è custodito presso il canile Fusi di Lissone, in attesa di una famiglia che si voglia prendere cura di lui.
Ricordiamo che l’uso del collare elettrico è vietato dalla legge in base all’articolo 544 ter del codice penale, nonostante la sua vendita sia ancora largamente diffusa, in quanto costituisce una forma di maltrattamento sugli animali. Se il cane abbaia apparentemente senza motivo, educatelo, non sgridatelo: vuole comunicarvi qualcosa, sta a noi capire cosa non va.
Fonte Enpa
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