Un cane guida è, come dice la parola stessa, colui che conduce, accompagna il non vedente ovunque ne abbia necessità. Rappresenta gli occhi e la sicurezza per chi è cieco, e al riguardo esitono numerose leggi che attestano la possibilità di ingresso nei luoghi pubblici di tali preziosi animali. Se questo luogo pubblico è la scuola, impedire l’accesso al cane significa costringere il non vedente a rinunciare all’istruzione, diritto insindacabile o lasciare fuori il proprio cane guida. E’ quello che è accaduto ad una giovane studentessa di un istituto superiore in provincia di Latina: il cane è dovuto rimanere in cortile ad attendere la sua padroncina. L’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha scritto una lettera di protesta alla preside della scuola, oltre che un esposto al ministero dell’istruzione. La scusa presunta, allergie ai pollini e acari di insegnati ed alunni!!!
L’impegno dell’Enpa in questo senso non deve meravigliare. Benché la discriminazione ed il reato sono propriamente indirizzate nei confronti di una disabile di 17 anni, e non contro gli animali, oggetto del lavoro quotidiano dell’associazione, in questi casi è impossibile fare una distinzione. Il legame che si crea tra conduttore e condotto è speciale (e bilaterale in questo senso). Spiega l’Enpa:
“giova ricordare che l’assurdo divieto non ha soltanto creato delle difficoltà oggettive alla giovane, ma ha anche impedito una costante relazione tra il cane e il suo conduttore, che è fondamentale per il benessere psicologico e affettivo dell’uno e dell’altro.”
Diciamocelo inoltre, ma quale fastidio può provocare un cane guida per ciechi in una classe? Di certo non si tratta di animali aggressivi o pericolosi e la presenza di un pet è ormai riconosciuta benefica in qualunque circostanza: alcune aziende favoriscono l’accesso di questi negli uffici, perché è scientificamente provato che creano un ambiente stimolante e maggiormente produttivo. In più è recente ad esempio la notizia del supporto dei cani per aiutare gli immigrati nell’integrazione. Dunque un cane per non vedenti in un’aula scolastica non potrebbe che creare un ambiente favorevole a tutte le parti in causa, dagli altri studenti alla protagonista stessa, la ragazza cieca, che una volta tanto, invece di essere discriminata per la sua disabilità avrebbe tratto da questo fatto solo benefici emotivi. Anche se le leggi non fossero esistite, il buon senso avrebbe potuto aiutare a non ledere la dignità di questa diciassettenne, non trovate?
[Fonte: Enpa]
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I cani guida sono utili, ma c’è anche da dire che ci sono persone che posso essere allergiche ai cani in generale e la loro funzione utile non elimina l’inconveniente: nella mia classe c’era un ragazzo con questo problema e l’insegnante di mate era cieco… chi dei due doveva restarsene fuori se il prof decideva di venire col cane guida? Per fortuna che il problema non si è posto.
Bisogna trovare una soluzione alternativa, come classi speciali dove i ragazzi e gli insegnati abbiano un certificato medico che dichiari di non soffrire di allergie e cose del genere, perché tutti hanno diritto all’istruzione, ma questo vuol dire un lavoro amministrativo maggiore e quindi una spesa più alta.