Succede a Milano: un signore appassionato, o per meglio dire ossessionato, dal gioco d’azzardo e dalle slot machine, ha venduto il cane della moglie agli strozzini per ripianare un debito di gioco. Il debito raggiunto dal giocatore era diventato ingente, così l’uomo, nel totale disinteresse per i sentimenti che poteva provare il cane ed il suo legittimo proprietario, ha preso il pincher della moglie e lo ha dato in pegno per la somma di cinquecento euro.
La donna, rientrata dal lavoro, ovviamente si è subito resa conto dell’assenza del suo cane: chiede spiegazioni al coniuge il quale ammette di aver ceduto il cane in pegno: il cane sarebbe stato restituito appena il debito fosse stato saldato. Fortunatamente nei giorni successivi una vincita fortunata permette al signore di poter restituire la somma ed il pincher, spaventato, viene reso alla sua legittima proprietaria.
La quale, a quel punto, decide di rivolgersi all’Aiida, tribunale degli animali: il tribunale ha condannato l’uomo ad un risarcimento di 500 euro alla moglie per i danni morali causati e ha stabilito il divieto di avvicinarsi al cane per tre mesi. Se l’accordo non verrà rispettato allora l’uomo verrà denunciato per furto.
Una brutta vicenda che ci mostra ancora una volta il poco rispetto che molte persone hanno nei confronti dei piccoli amici a quattro zampe, ceduti come se fossero pupazzi mentre si tratta, al contrario, di esseri viventi con sentimenti, abitudini e tanto altro ancora.
Foto tratta da www.corriere.it/