Tempo fa abbiamo fatto un piccolo viaggio nel rapporto cane-uomo dal punto di vista storico e abbiamo scoperto, anche se molti di noi già lo sapevano o lo immaginavano, che questo connubio, indissolubile e incredibilemente profondo è nato proprio da una comune esigenza, a suo tempo, ovvero la caccia. I primi uomini che entrarono in contatto con quei canidi, molto più simili ai lupi che ai comuni cani che oggi conosciamo, lo fecero per la caccia, e gli stessi lupi si avvicinarono all’uomo e si fecero addestrare, diventando “domestici”, proprio per questo comune interesse, perchè capirono che il loro istinto non bastava, l’uomo poteva essere il loro vero capo branco. Poi la storia si è evoluta, il legame è diventato affettivo e noi non possiamo fare a meno di loro e viceversa, ma non solo per motivi pratici e materiali, ma perchè i cani fanno parte della nostra vita, la colmano d’amore e la rendono più dolce e giocosa.
Tornando alla caccia. Non è questa la sede per discutere su quanto sia giusta o no questa pratica… E’ un po’ brutto è strano fare un intero discorso sui cani da caccia andando a trattare un’attività che uccide altri animali, però proviamo solo a concentrarci sulle razze e sulla loro evoluzione, pur ammettendo che c’è qualcosa da discutere su chi ama e addestra un cane con tutto l’affetto e la passione di cui dispone, e poi lo utilizza per stanare e ammazzare i passerotti e i conigli… Ma l’uomo è anche questo.
Le foreste sono abitate da moltissimi animali: i predatori e i volatili, quelli che vivono in tana e quelli veloci, gli animali che fuggono e quelli che assaltano, quelli che si nascondono tra le siepi e quelli capaci di mimetizzarsi. Cosa è accaduto all’inizio nel rapporto cane uomo?
Il cane aveva il suo istinto primordiale, quello da segugio. Annusare la preda, sentirla attraverso quel tartufo così incredibilemente sviluppato, e così la rincorreva, e in questo modo poteva acciuffarla, dando modo all’uomo di finirla, o magari la spingeva in campo aperto quando la preda si nascondeva, e così agevolava sempre l’uomo nel suo lavoro di cacciatore. Ma arrivò un punto in cui il cane iniziava a mescolare in suo istinto con quello che imparava dopo ogni seduta di caccia, fino a quando l’uomo non si rese conto che il cane poteva “specializzarsi”.
A differenza di altri animali il cane è un mammifero che si è lasciato plasmare in un certo modo dall’uomo. L’addestramento è avvenuto a livello biologico e genetico; l’uomo si rese conto che non solo il cane imparava molto velocemente, ma che quello che imparava e anche le nuove prorprietà fisiche, venivano tramandate ai suoi cuccioli. Fu così che poco alla volta iniziarono le specializzazioni nella caccia.
Domani ci concentreremo su queste diverse attitudini e specializzazioni, su cenni storici e in più anche alcuni consigli per un buon addstramento, anche se ci auguriamo che “la caccia” possa essere più un gioco, una finzione, per divertirsi con questi bellissimi cani, piuttosto che un vero e proprio “spot” volto all’uccisione di uccelli e prede di terra.
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