Se il vostro cane continua a tossire ininterrottamente da almeno due mesi senza che le cure abbiano un effetto determinante, si può parlare di bronchite cronica. Tale patologia può colpire ogni razza canina, a qualunque età e di entrambe i sessi, ma è particolarmente frequente negli animali di mezza età. Spesso non si riscontrano cause specifiche, benché una gran parte di questi episodi inizino con infezioni delle vie aeree. Queste però sembrano essere secondarie ad una situazione già compromessa, alla quale contribuiscono sicuramente anche la polvere nell’ambiente domestico, il fumo di sigaretta e gli agenti atmosferici inquinanti che mettono a rischio anche la nostra respirazione: tutti fattori che possono provocare un’infiammazione dei bronchi.
I sintomi della bronchite cronica nel cane
Si parla di cronicità dopo due mesi di sintomi almeno, ma quali? La tosse in particolare è secca e si sviluppa in caso di eccitazione emotiva o attività motoria. In tali casi, il cane può essere soggetto a conati di vomito e all’espulsione di saliva ricca di schiuma, che però non è catarro, né tantomeno reflusso gastrico, cioè vomito vero e proprio. Non a caso l’animale continua a mantenere il solito appetito ed il medesimo peso corporeo.
Complicanze della bronchite cronica nel cane
In generale è comunque opportuno comprenderne a fondo le cause e regolarsi con un’adeguata terapia in salvaguardia della salute del nostro amico a quattro zampe: come nell’essere umano, una bronchite cronica trascurata può portare a all’accumulo di muco infetto e pus nei bronchi (bronchiectasia) o all’enfisema polmonare. Si tratta di due malattie irreversibili, altrettanto croniche che possono condurre a malattie polmonari gravi ed addirittura ad insufficienza cardiaca congestizia. Per questo una diagnosi precoce è determinante.
Bronchite cronica nel cane: la cura
Le basi del trattamento terapeutico comprendono essenzialmente l’eliminazione nell’ambiente in cui soggiorna il cane di inquinanti che possano irritare le vie aeree: una bonifica costante della polvere ad esempio, ma anche la riduzione di elementi che possano scatenare la tosse come l’affaticamento fisico: camminare al guinzaglio con tranquillità, senza correre, magari utilizzando un collare che non passi per la gola ma sulle spalle. Il veterinario può prescrivere inoltre un ciclo di cortisone (e all’occorrenza ad un trattamento continuo) oltre che l’utilizzo di broncodilatatori (teofillina o salbutamolo). In alcuni casi di sovrinfezione batterica potrà essere utile anche una terapia antibiotica. Tenete presente che non tutti i cani reagiscono in modo eguale e che ci vorrà probabilmente molta pazienza per affrontare il tutto.
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