Il cane aggressivo in posizione dominante è un bel guaio da affrontare in famiglia. Tutto nasce come sempre da una reminescenza della vita in natura: il cane come l’uomo è un animale sociale e quindi tende a vivere in gruppo con regole gerarchiche ben stabilite. C’è in genere un capobranco, i suoi diretti sottoposti e via via più in basso con i ruoli. Il capo ha una posizione di dominio e quindi tende sempre ad avere un atteggiamento minaccioso con chi dimostra di voler usurpare la sua privilegiata posizione: nell’ambito della scelta dei luoghi, nel cibo, nell’accoppiamento e così via.
Laddove la minaccia non basta il capobranco dimostra il suo potere aggredendo, anche i suoi familiari (prole o amici umani). Per questo un cane apparentemente buono può improvvisamente rivoltarsi contro chiunque: in realtà contro chi in qualche modo va ad intaccare, secondo la sua visione, la posizione di predominio che ritiene propria. Questo può accadere se ci si appropria di un suo gioco o si porta via la ciotola del cibo (può farlo un altro animale, ma anche il proprietario, magari per pulire il tutto, l’importante è non farsi cogliere in flagrante); se lo si disturba bruscamente mentre dorme, se lo si abbraccia o solleva con troppa veemenza nonostante Fido dimostri di non gradire, se lo si tira via lontano da qualcosa che desidera, se lo si sgrida o picchia, eccetera.
E’ un atteggiamento più frequente nei maschi che nelle femmine e prevalente nelle razze pure più che nei meticci: nei cuccioli l’aggressività dominante si dimostra spesso con altri piccoli, magari fratellini o sorelline, molto difficilmente con gli esseri umani. Questo atteggiamento va corretto con i consigli di un esperto cinofilo, sin dai primi accenni. L’educazione deve essere finalizzata alla comprensione delle regole da parte del cane, ai limiti del dominio, ma mai con le punizioni fisiche o istillando in lui paura: deve essere basata sul rapporto di fiducia e sul rinforzo positivo.
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Fonte: ASPCA
Foto: Flickr
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