Un cane torna a casa dopo tre anni: succede negli Stati Uniti, in particolare nello stato dell’Oregon. Trentasei mesi fa un bell’incrocio di Border Collie si era allontanato da casa, per la disperazione della sua famiglia, la quale per tutto questo non si è mai arresa, ma ha continuato a cercare l’animale domestico di casa, sperando in un suo ritorno. Ieri la bella notizia: il cane è vivo e sta bene. La telefonata giunge da una clinica veterinaria nello stato dello Utah, lontano oltre ottocento miglia: il pelosino è stato curato e nutrito e non corre alcun pericolo. La piccola peste è stata ritrovata in un canyon, e grazie alla presenza del microchip identificativo è stato possibile risalire ai suoi proprietari.
Inutile commentare la gioia indescrivibile che hanno provato i suoi famigliari, i Riccitti di chiare origini italiane, quando hanno saputo che il loro amico a quattro zampe era vivo: si sono subito recati alla clinica veterinaria dove il loro beniamino era ricoverato per riportarlo a casa! Ancora una volta una storia di ritrovamento, ci insegna quanto sia importante l’utilizzo del microchip identificativo per gli amici a quattro zampe. Ha commentato la signora Riccitti:
La mia cagnolona è stata curata e amata. Non potevamo chiedere di meglio.
Una storia con un bel lieto fine: quando acquistate un nuovo animale domestico ricordatevi dell’obbligo del microchip, previa iscrizione all’anagrafe canina del comune di residenza. Il microchip si presenta come una capsula di vetro biocompatibile ed inerte, che in condizioni normali non emette alcun tipo di onda: quando viene avvicinato dal lettore apposito, trasmette un codice univoco di 15 cifre, che identifica il cane cui il numero è associato. La legge dice che il microchip va inserito entro e non oltre i due mesi di vita del cane.
Fonte: TMNews
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