Bocconi avvelenati lasciati lasciati sul territorio con l’obiettivo di colpire gli animali. Proprio pochi giorni fa abbiamo tentato di fare il punto della situazione circa gli avvelenamenti di cani e gatti e ne è emerso un quadro sconcertante, nonostante esista un’ordinanza che regolarizza questa pratica nel modo migliore per la tutela degli animali stessi: “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”. Si tratta di un’ordinanza del gennaio 2010, atta a modificare precedenti normative, che purtroppo scadrà con i suoi obiettivi il prossimo 10 febbraio.
Per questo motivo la LAV (Lega Anti Vivisezione) insieme all’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali e alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, hanno deciso di agire congiuntamente con una lettera inviata al Ministro per la Salute Renato Balduzzi, in cui si legge:
“Tale Ordinanza è stata negli anni di grande aiuto ai cittadini, ai Sindaci, ai medici veterinari, alle Forze di Polizia, per prevenire e contrastare questo triste e pericolosissimo fenomeno di attentato alla vita e alla salute pubblica. Sia per tutela degli animali che delle persone che vivono con loro, così come- solo per fare un esempio – dei bambini che incautamente possono portare alla bocca tali sostanze. [Si richiede dunque ]di reiterare l’Ordinanza ministeriale che si è dimostrata così positiva.”
Il tutto in attesa ( e soprattutto nella speranza) di una legge specifica. Ma in cosa consiste in particolare questa normativa che rischiamo di perdere? In un vero e proprio divieto di abbandono (e detenzione) di esche o bocconi avvelenati o comunque preparati recanti all’interno sostanze pericolose (come ad esempio i vetri) che possano provocare intossicazioni o lesioni a chi incautamente li ingerisce, nella fattispecie, cani, gatti e fauna locale. Senza dimenticare la tutela dell’ambiente ed il rischio correlato anche agli esseri umani. Importante anche l’aspetto individuato per la derattizzazione di aree specifiche che deve essere svolta, seguendo determinate norme di abbattimento dei rischi. Infine questa normativa stabilisce l’obbligo, in caso di morte di un animale per sospetto avvelenamento, di rivolgersi al veterinario della asl che avvierà i dovuti controlli. Speriamo di non perdere questo treno, ma solo di individuare innovazioni positive.
Fonte: Lav
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