Stop all’uccisione dei cani randagi in Romania? Forse è la volta buona, perché finalmente la Corte Costituzionale romena ha accettato il ricorso presentato dalle numerose associazioni animaliste e dai membri del Parlamento appartenenti all’opposizione politica circa l’incostituzionalità della “legge ammazza- randagi”. La normativa in questione (che ora dovrà essere ampliamente modificata) prevede la legalizzazione dell’eutanasia per i randagi, laddove le autorità locali ritengano opportuno applicarla, previa consultazione popolare. Di fatto però quest’ultima non si è mai sviluppata e molti sindaci, a detta degli animalisti avrebbero pensato bene di arricchirsi sulla pelle dei cani e dei gatti randagi. Come?
La legge prevede la cattura ed il soggiorno in un canile /gattile per almeno trenta giorni in attesa di un’adozione o dell’individuazione di un proprietario, il tutto in condizioni dignitose per l’animale e poi l’avvio ad una morte dolce. Ma ciò che è stato ampliamente documentato, racconta altre storie: animali mal nutriti e maltrattati, soppressi prima dello scadere dei tempi con farmaci e modalità crudeli e dolorose, tutto in nome di un risparmio economico a favore di appalti illegali realizzati con il consenso delle autorità locali. Pessime storie insomma.
La decisione della Corte Costituzionale ora impone una revisione di tutto ciò. Ma basterà una nuova legge per mettere fine a queste stragi? Di fatto non va dimenticato che la Romania ha ratificato la Convenzione dei diritti degli animali in cui si evince chiaramente che l’unico mezzo di controllo del randagismo deve essere quello della sterilizzazione e la soppressione degli animali non può essere accettata se non in casi rari e gravi come un’epidemia di rabbia. Cosa dovremo aspettarci dunque? Un rinsavimento. Ma la questione è legislativa e morale internazionale. L’Italia è stata tra i primi Paesi in Europa ad agire positivamente in questo senso, anche se all’ordine del giorno sono le notizie di difficoltà dell’applicazione delle leggi in quanto mancano i fondi per gestire adeguatamente canili e gattili, ma la soppressione dei randagi è stata eliminata da tempo. Il problema non è solo della Romania, ma anche di altri Paesi come l’Ucraina o la Spagna dove avvengono casi analoghi alla Romania.
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