L’equilibrio dell’ecosistema è fondamentale per la vita di tutti gli esseri viventi sulla Terra, eppure molto spesso alcuni animali, con i loro comportamenti dettati dall’istinto, possono costituire una reale minaccia per l’ambiente. Esistono almeno dieci specie da tenere d’occhio in questo senso e tra queste le principali sono: gli elefanti, le locuste, i bovini e le capre.
Gli elefanti sono in prima linea tra gli animali in grado di modificare profondamente la biodiversità, anche a causa della loro stazza che li rende fra le creature viventi più grandi in assoluto. Sono in grado di compiere enormi spostamenti in una unità di tempo relativa e si allontantano parecchio alla ricerca di cibo, conducendo una vita prettamente nomade. Per sfamare un vegetariano così grande, occorrono quotidianamente circa 150 chili di vegetali che, ovviamente, potrebbe provocare grandi devastazioni, se non fosse che non rimangono mai per molto tempo nello stesso luogo. Le locuste costituiscono una vera e propria piaga, perchè si muovono in sciami e sono in grado di divorare tutto ciò che trovano lungo il loro cammino. La corona di spine, invece, è una grande stella marina che possiede dei tentacoli velenosi e danneggia pericolosamente la barriera corallina.
Molto pericolosi sono poi i bovini e le carpe, perchè i primi sono responsabili della produzione del 18 per cento di gas serra, mentre la carpa distrugge la vegetazione sommersa e si ciba di organismi vegetali anche rari. Anche gli uomini distruggono la biodiversità in tutti i modi possibili, come è da sempre evidente, tuttavia insieme a lui ci pensano anche i coleotteri scolitidi, i ratti e i rospidella canna. I primi uccidono le piante vive, soprattutto latifoglie e conifere, mentre i ratti, se introdotti in un habitat diverso dal loro possono attaccare tutto ciò che si trovano di fronte. I rospidella canna, infine, sono velenosi e provocano la morte di centinaia di prede ogni anno.
foto di: arev