Il Basenji, come il Dingo, è considerato uno di quei cani che fanno parte delle prime congiunzioni della catena evolutiva che lega il cane al lupo. Iscrizioni egizie risalenti a cinquemila anni fa indicano che esemplari di Basenji venivano portati in dono ai Faraoni dell’Africa centrale. Le prove della loro esistenza scompaiono con la caduta del regno d’Egitto, e il Basenji viene riscoperto nel Congo Belga, attuale Zaire, conosciuto anche come “il saltatore”, per la sua abitudine di balzare nell’erba alta, e anche noto come Cane del Congo.
Esattamente come il Dingo anche il Basenji è cresciuto con le popolazioni indigene e si è distinto come compagno nella caccia, come cane da riporto, da punta e da inseguimento, e proprio per questo suo essere al tempo stesso selvatico e compagno dell’uomo fu considerato un anello intermedio tra il lupo e il cane domestico, e lo dimostrano anche alcune leggende che tra poco conosceremo.
Una delle prime storie mitologiche sul suo conto riguarda proprio il rapporto con il popolo indigeno del Congo e la sua abilità di cacciatore. Si diceva che il Basenji fosse talmente tanto veloce nella corsa che nessun uomo era in grado di stargli dietro e per questo gli venivano legati al collo dei collari rudimentali, con delle campanelle o dei piccoli ossi all’interno di cupoline di legno, per sapere sempre dove il cane fosse, e dove avesse catturato la preda, quando l’occhio dell’uomo non riusciva più a scorgerlo.
Questa leggenda del campanello si lega anche al mutismo del Basenji, che non ha motivazioni fisiche visto che il cane ha una normale laringe canina. Si dice che il collare abbaiasse per il cane e che quindi lui avesse smesso di farlo perché non ne aveva necessità. In realtà, alla prima esposizione canina a cui partecipò il Basenji fu rotto l’antico voto del silenzio, e il cane emise un malinconico mugolio.
Un’altra leggenda racconta proprio dell’incontro tra uomo e cane, è intrisa di poesia e rappresenta anche l’arricchimento che il mondo canino ha saputo dare a noi esseri umani. Un uomo, Nkhango, scoprì una casa nel profondo di una foresta. Davanti a quella casa era seduto un Basenji, Rukuba, che stava a guardia del fuoco, e infatti spiegò a Nkhango che quello era il fuoco e che quella era la casa di un dio. L’uomo gli chiese un po’ di fuoco, il cane era disposto a darglielo, in cambio di qualcosa però, e così Nkhango gli disse che si sarebbe preso cura di lui per sempre. Rukuba allora rubò un po’ di fuoco, e lo donò all’uomo, che tornò al villaggio con questo dono per la sua tribù e per tutti gli uomini. Rukuba fu cacciato in malo modo dal dio, e si ricordò della promessa dell’uomo, e decise così di recarsi alla sua porta. Nkhango fu felice di vederlo, lo prese con sé e mantenne la sua promessa, amandolo per tutta la vita. Così fecero anche tutte le generazioni di uomini fino ai giorni nostri.
Il Basenji è un cane dall’aspetto vivace e intelligente, e le sue rughe sulla fronte gli conferiscono una pensosità da vecchio uomo. L’altezza è intorno ai 40 centimetri e il peso si aggira intorno ai 9-10 chilogrammi. E’ un cane da caccia di taglia piuttosto piccola e per la sua agilità e per la sua statura e struttura è stato paragonato molto spesso al Fox Terrier. Il cranio è piatto con muso affilato; il tartufo è nero o leggermente rosato; occhi a mandorla marroni; le orecchie erette con apertura in avanti; la coda arricciata. Le cosce sono muscolose, il collo arcuato gli conferisce un aspetto fiero. Il pelo è corto e setoso, liscio e lucente, inodore (oltretutto il Basenji si pulisce proprio come un gatto). I colori del mantello possono essere nero, rame, nero e marrone, con chiazze bianche.
Il Basenji è un cane tranquillo, devoto, affettuoso, giocoso, e oltretutto non abbaia; mugola, ringhia, ride, brontola, ma non abbaia. E’ un cane estremamente pulito, il più pulito di tutti si potrebbe dire. E’ molto riservato con gli estranei e con i bambini non c’è una caratteristica definita, visto che alcuni sostengono che sia molto affabile e paziente, mentre altri credono che non leghi affatto con loro. Di sicuro è un cane potenzialmente aggressivo, vista la sua natura selvatica, ma in famiglia è molto festoso e affettuoso.
E’ stato cacciatore di selvaggina e guida nelle foreste, ma è considerato un cane da compagnia davvero adorabile.
[Photo Credits: lindyireland]
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