Che i bambini di due o tre anni che hanno appena imparato a parlare capiscano quello che farfugliano i neonati è cosa risaputa da tempo. Spesso capita di assistere a delle vere e proprie traduzioni in tempo reale tra figli maggiori e bebè che lasciano di stucco persino i genitori. Quello che ancora non sapevamo è che i neonati riescono ad interpretare anche il linguaggio dei cani.
A dirlo è una recente ricerca effettuata da un’équipe di studiosi della Brigham Young University, coordinata da un docente di psicologia, il professor Ross Flom. Stando a quanto rilevato nel corso dello studio pare che i neonati attribuiscano significati diversi all’abbaiare del cane proprio sulla base delle differenti percezioni di modulazione del latrato o ancora interpretando il linguaggio del corpo dell’animale. Questo indipendentemente dal fatto che i bambini abbiano avuto o meno molti contatti con il cane in questione, si tratterebbe infatti di una capacità intuitiva innata.
Neonati di solo sei mesi d’età sono stati capaci di eguagliare il suono di un ringhio rabbioso piuttosto che di un abbaiare amichevole semplicemente osservando le foto di cani che rappresentavano i diversi atteggiamenti: amichevole o ostile. Come spiega lo stesso professor Flom:
Esperimenti di questo tipo ci aiutano a capire come i bambini imparano così rapidamente. Molto prima di imparare a parlare, i neonati riconoscono e rispondono a tono rispetto a quanto avviene intorno a loro.
L’emozione è una delle prime cose che i bambini apprendono nel loro mondo sociale. I cani sono altamente comunicativi, sia tramite la modulazione della voce, che tramite il linguaggio del corpo.
L’interazione tra cani e bambini risulta particolarmente facile proprio in virtù di queste somiglianze nel modo di esprimersi. Il neonato che non ha ancora imparato a parlare si fa capire con una forte gestualità e con la modulazione del pianto. Un po’ come i nostri amici cani. Se sorprendete il vostro bebè in accese conversazioni con Fido non stupitevi dunque.