Pappagalli: immagini e un po’ di notizie

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Psittaciformes. Ovvero l’ordine a cui appartengono una gran moltitudine di uccelli, noti a tutti come Pappagalli. La diffusione di questi animali è avvenuta principalmente nelle zone tropicali e subtropicali del mondo, Africa, Oceania, India e Asia sudorientale.

Possiamo riconoscere i pappagalli da alcune caratteristiche fisiche:

  • La posizione del corpo, che a differenza di quella di molti altri (piccoli) volatili non è piegata, ma tende ad essere eretta;
  • Il becco ricurvo, che ricorda quello dei rapaci (falchi e avvoltoi ad esempio), e che rende il pappagallo specializzato nell’apertura dei frutti o dei semi legnosi;
  • La mandibola superiore non si fonde con il cranio, in questo modo i pappagalli possono effettuare dei movimenti piuttosto sciolti con il becco e con la testa;
  • Il numero delle dita delle zampe, che sono quattro e sono opposte tra loro e accoppiate a due a due;
  • E infine la caratteristica forse più famosa: alcune specie riescono a imitare e riprodurre suoni e voci umane.

I pappagalli che meglio riproducono suoni e parole sono i Cinerini, ovvero quelli di colore tendente al grigio, e anche quelli della specie Ara più grandi (quelli dal caratteristico colore rosso e blu). Quando sono liberi in natura i pappagalli comunque tendono a non imitare suoni e versi, questa loro tendenza si sviluppa quando sono tenuti in cattività e instaurano un rapporto affettivo con i loro proprietari. I pappagalli infatti spesso “parlano” o per attirare l’attenzione o anche quando qualcuno, principalmente il loro padrone, si avvicina e tende ad instaurare una sorta di dialogo con loro. Questa capacità sembra sia data dal fatto che numerose loro emissioni vocali, proprie della specie, somiglino ad alcune consonanti e vocali del parlato umano, e quindi per i pappagalli risulta estremamente semplice riprodurre dei suoni così simili alla loro “lingua”.

La riproduzione dei criceti

riproduzione criceti

La prima gravidanza nei criceti può avvenire già dal quarto mese di vita, in quanto questi piccoli roditori raggiungono la maturità sessuale molto presto; in natura il periodo della riproduzione va da febbraio a novembre ma in cattività possono accoppiarsi tutto l’anno. Le femmine di criceto vanno in calore ogni quattro giorni per circa due ore, e sono particolarmente fertili di notte.

Stabilire se la femmina è rimasta incinta in seguito all’accoppiamento è difficile, perché la condizione appare evidente solo pochi giorni prima del parto; in ogni caso ci sono dei segnali che permettono di capire se la femmina è incinta o no, come, ad esempio, il fatto che inizia a preparare freneticamente il nido. Una volta appurata la nuova condizione, dovrete cercare di rendere la gabbia il più accogliente possibile per prepararla all’arrivo dei piccoli, e quindi fornire alla futura mamma tutto il necessario, come più materiale del solito per il fondo della lettiera e più carta igienica rigorosamente non profumata e non colorata.

Per quanto riguarda il futuro papà, è importante che, già dopo l’accoppiamento, venga messo in un’altra gabbia e tenuto separato dalla femmina fino al completo svezzamento dei cuccioli; questo è necessario perché il maschio potrebbe uccidere i cuccioli appena nati, essere a sua vota ucciso dalla mamma, oppure tentare di nuovo un accoppiamento e quindi mettere in pericolo la salute della femmina e dei piccoli.

Accessori acquario: lo schiumatoio

Acquario

Cercare di ricreare in acquario le stesse condizioni che si riscontrano in natura, nel mare, è una delle regole più importanti per riuscire ad allevare pesci ed invertebrati con successo: per riuscire in questo intento la tecnologia ci viene in aiuto grazie a strumentazioni sofisticate e macchinari che ci permettono di far crescere l’acquario nel migliore dei modi. Lo schiumatoio è uno strumeno fondamentale per risolvere uno dei principali problemi che fino a qualche anno fa aveva reso difficile e destinata a pochi l’acquariofilia marina:  l’eliminazione dei sali inquinanti come i nitrati o i fosfati.

Tali sali si accumulano solitamente nell’ acqua a seguito dell’ azione dei filtri ossidanti e purtroppo contribuiscono alla creazione di condizioni non idonee: lo schiumatoio è uno strumento da pochi anni a nostra disposizione, nato per trattare spazzatura e solo successivamente utilizzato negli impianti di acquacultura. Il funzionamento dello schiumatoio è quello di riprodurre il movimento delle onde che si infrangono sulla spiaggia e che portano con se, mediante la schiuma, le sostanze organiche disciolte nell’acqua.

Si tratta di un principio semplice ma fondamentale: lo schiumatoio produce delle microbollicine che vengono immesse insieme all’ acqua in una colonna di contatto, a tali bollicine aderiscono le molecole organiche derivate dagli escrementi dei pesci, le quali si depositano in un apposito contenitore. In questo modo le molecole organiche vengono estratte fisicamente dall’acqua e non viene consentito loro di trasformarsi in Nitrati e Fosfati, che osno appunto dannsoi per la salute di piate e pesci!

Animali domestici e ospiti, come organizzarsi durante le feste

ospiti animali domesticiIl Natale si avvicina e molti di noi già programmano cene e si organizzano per visite di amici e parenti. Qualcuno magari avrà anche degli ospiti che si fermeranno per qualche giorno. Come organizzare la convivenza, seppure di breve durata, tra i nostri pets e l’andirivieni di persone che si crea in casa durante le feste?

Quando si tratta di ospiti e di animali domestici, l’incontro può avere molti risultati possibili, sintetizzabili in due prospettive principali: può essere una meravigliosa serata per tutti, oppure diventare un inferno per tutte e tre le parti coinvolte ovvero voi, i vostri parenti/amici e cani e gatti.
Qual è dunque il modo migliore per intrattenere gli ospiti, senza far sentire trascurato il nostro amico a quattro zampe?

Jack Russel Terrier, il cane matto che adora la terra

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Il Jack Russel Terrier prende il nome dal reverendo John Russel, che all’inizio del XIX secolo selezionò in Inghilterra, nel Devonshire, questo bellissimo Terrier per la caccia alla volpe. Ormai abbiamo tutti notato che la religione, la caccia e i cani da caccia sono tre elementi che in passato era ben correlati tra loro, facciamo l’esempio del cane di Sant’Umberto, il Bloodhound, selezionato sempre grazie a un monaco appassionato di caccia.

Il reverendo Russel ha dato vita a un cane molto determinato e di umore variabile, un cane da caccia testardo e aggressivo, indipendente e con un’innata capacità di cacciarsi nei guai. Chi possiede un Jack Russel sicuramente avrà pareri diversi sul cane e sul suo carattere, ma per quanto riguarda quelle caratteristiche di razza che non possono essere cancellate probabilmente tutti padroni concorderanno sul fatto che questo cane è aggressivo, con i cani della sua stessa razza e anche con tutti gli altri, è un abile cacciatore ed è un cane che possiede davvero un gran senso dell’umorismo.

Cane Breton, origini e caratteristiche

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L’Epagneul Breton, più conosciuto semplicemente come Breton, è un cane da caccia da ferma di origine francese, utilizzato da sempre a scopo venatorio. Quella del Breton è una razza piuttosto recente, pare nata dall’accoppiamento tra una razza ormai scomparsa,  l’Epagneul de Fougères , con il setter irlandese; il Breton fu esposto per la prima volta a Parigi ne 1896, e fu riconosciuto nel 1907.

Il Breton è un cane di taglia media, classificato come Braccoide; possiede la testa arrotondata con muso e labbra risalenti, orecchie piuttosto corte e con l’attaccatura alta. Il Breton è dotato di una struttura leggermente tarchiata, ma è anche agile e atletico, con petto profondo e dorso; la coda è lunga circa 10 centimetri ma può essere anche anuro.

Un corso on-line per diventare chef di cani e gatti

chef animali domesticiPet therapist, pet sitter, sussurratore di animali, sono solo alcune delle più o meno recenti figure professionali che hanno a che fare con gli animali. Profili tradizionali come veterinari e allevatori a parte, s’intende. Ma avete mai pensato di diventare degli chef per animali domestici? O perlomeno di imparare a cucinare dei gran menù facendo la felicità del vostro amico a quattro zampe?

Da febbraio 2010 il cuoco dei pets sarà a tutti gli effetti una qualifica che potrà rientrare nelle nostre abilità personali e chi lo sa che qualcuno non lo trasformi davvero in un mestiere redditizio, cucinando per i beniamini pelosi di gente facoltosa, disposta a spendere pur di far felice il proprio pet, o ancora aprendo un ristorante o un servizio di cibo a domicilio per cani e gatti. Si chiama Chef of Dogs – Chef of Cats, il corso on-line che insegna a preparare delle delizie culinarie che soddisfino i palati di Fido e Micio.

Pastore tedesco: il cane e la metafisica

Pastore Tedesco (9)Abbiamo già parlato del Pastore Tedesco, anzi, è stato il primo cane di cui abbiamo parlato su TuttoZampe proprio perchè è come se fosse il re della foresta, l’idea di cane che a tutti viene in mente quando si parla di cani, l’amico leale e fedele per eccellenza, il cane da caccia, il cane poliziotto, il cane messaggero di guerra, il cane per i non vedenti, il cane da salvataggio, il cane buono per tutti i mestieri e tutte le stagioni, quello che ognuno vorrebbe avere.

In realtà il motivo per cui ho deciso di trattare di nuovo di questa razza va un po’ al di là del Pastore Tedesco in sè, delle sue mille qualità e della sua fama di cane quasi perfetto, il motivo per cui scrivo riguarda un libro, uscito nel 1976 e che ancora oggi rimane uno dei testi migliori, un classico, della comunicazione tra le specie: Kinship with All Life, di J. Allen Boone.

Boone era il padrone di Strongheart, un bellissimo ed intelligentissimo Pastore Tedesco, che compariva con  successo in molti film di Hollywood e in tanti spot televisivi. Il cane diventa l’interlocutore dell’autore, che è convinto che Strongheart sia proprio in grado di rispondergli telepaticamente, e gli pone tante domande, che possono unirsi tutte in un’unico quesito senza risposta, fin dalla notte dei tempi: quale è il significato della vita? Ebbene, Strongheart è stato in grado di svelare a Boone una parte di questo segreto.

Le abitudini e i comportamenti del criceto

abitudini dei criceti

Le abitudini del criceto. Il criceto è un animale estremamente curioso e vivace, ma allo stesso tempo si intimorisce facilmente per quello che non conosce; è un grande abitudinario è per questo non ama i rumori troppo forti ed essere disturbato, soprattutto durante il giorno, cioè quando dorme: essendo un animale notturno, le sue attività inizieranno al tramonto, e anche se le sue abitudini non coincidono con le nostre, dovremo cercare di rispettarlo e non infastidirlo.

Mai tenere un criceto in una gabbia troppo piccola o non farlo mai uscire: questo animale, come tutti i roditori ama camminare e curiosare in giro e un’inattività forzata, oltre che dannosa per la sua salute, è una violenza alla sua natura. Il criceto è un animale molto pulito che ama lavarsi spesso, rispettate, quindi, questa sua abitudine e provvedete a pulire spesso la gabbia nella quale vive. Questo roditore ama fare scorta di cibo in previsione di eventuali momenti di carestia; assodato che in cattività non la proverà, dobbiamo comunque rispettare questa sua attitudine, e offrirgli sempre cibo in abbondanza in modo da non fargli venire l’ansia della sua mancanza.

Il comportamento del criceto nei confronti dell’uomo. Il criceto sa convivere con l’uomo, soprattutto se viene allevato fin da piccolo; attenzione, però: se non viene “maneggiato” con cura potrebbe irritarsi e mordere.

L’anagrafe canina

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L’anagrafe canina, ormai presente obbligatoriamente in tutti i comuni italiani, è un semplice sistema di registrazione dei cani presenti in tutto il territorio nazionale: è stata istituita con la Legge regionale 20 gennaio del 1997 poi successivamente modificata. Il sistema dell’anagrafe canina è informatizzato: è il proprietario del cane a doversi attivare per poter registrare il proprio amico a quattro zampe tempestivamente.

Il cane deve essere registrato presso l’ufficio dell’anagrafe canina in modo da poterlo identificare associandolo al padrone: in sostanza il cane è individuato attraverso razza, sesso, colore ed i tratti salienti, un codice numerico presente in un microchip inoculato sottocute all’animale ed il padrone, cui il codice fa riferimento. Il proprietario o il detentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare l’animale a partire dal secondo mese di vita con l’applicazione del microchip, che deve avvenire ad opera esclusiva del veterinario.

Dopo l’applicazione del microchip il padrone del cane deve effettuare la registrazione nell’anagrafe canina degli animali, al termine della quale verrà rilasciato un certificato di iscrizione che dovrà accompagnare l’animale per tutta la vita, anche ad esempio in caso di passaggio di proprietà. L’iscrizione all’anagrafe canina è estremamente importante in quanto permetterà di risalire al proprietario del cane in caso di smarrimento (o di abbandono): un servizio innovativo ed indispensabile per la tranquillità dei nostri amici animali e dei padroni e per ridurre il fenomeno dell’abbandono.

Il raffreddore nel gatto

raffreddore gattoI gatti, proprio come gli umani, possono contrarre l’influenza e soffrire di sindromi da raffreddamento. Mentre i casi lievi possono essere curati a casa, molte volte è necessario il consulto del veterinario che prescriverà un ciclo di antibiotici.
Se il vostro gatto ha lacrimazione dagli occhi, il naso che cola e frequenti attacchi di starnuti, anche violenti, è chiaro che sia stato affetto da raffreddore. Un’infezione delle vie respiratorie superiori, più o meno grave, è la causa principale che determina i classici sintomi influenzali.

Può capitare, però, che a causare la lacrimazione degli occhi e gli starnuti sia una qualche forma di allergia di cui soffre il gatto. I gatti che soffrono di raffreddore provocato da allergia, al contrario di quelli colpiti da influenza, starnutiscono anch’essi molto ma non diventano apatici e non sviluppano febbre.
I gatti piccoli e i gatti anziani sono più esposti a raffreddori violenti perchè hanno un sistema immunitario ancora poco sviluppato nel caso dei cuccioli e indebolito se si tratta di esemplari più avanti con gli anni.

Cani di piccola, media e grande taglia

scottishPensavo già da un po’ di parlare, sempre in breve e sempre in forma di consigli su cui riflettere, delle taglie dei cani e anche della scelta e decisione di prendere un cucciolo che chiaramente deve portare alla valutazione di tutta una serie di accorgimenti, tra i quali anche lo spazio che un cane occupa, non solo nella nostra vita, ma anche nella nostra casa! Ho trovato un paragrafo molto interessante su uno dei tanti libri sui cani che ho a casa e ho pensato che potesse essere una cosa carina riportare le informazioni che ci sono, che potrebbero essere utili se state pensando di prendere un cane e la rete può rivelarsi utile con i suoi suggerimenti, con le opinioni dei padroni e con ciò che ognuno di noi può esprimere quando si parla di cani.

Prima di concentrarmi su un discorso che riguarda le razze voglio, per l’ennesima volta, soffermarmi sul discorso canili. Prima di decidere di prendere un cane di razza chiedetevi se non sia il caso di fare un giro nel canile della vostra città, magari lì potrete trovare anche un cucciolo (non per forza un cane adulto, se avete dei bambini e preferite regalare loro un cane piccolino e non uno già grande) o comunque un compagno di vita che farà al caso vostro e gli donerete una casa, diventerete la sua famiglia e gli farete anche dimenticare un passato, che per i cani dei canili a volte è brutto e triste. Detto ciò, ognuno fa quello che sente, magari avete già avuto tanti cani trovatelli, o vi prendete cura dei cani del quartiere e in fondo non si può giudicare una persona se decide di prendere un Boxer, un Setter, un Chihuahua o un Bassotto invece di prendere un cane meticcio da un canile! Che poi non è nemmeno detto che in un canile non possiate trovare proprio la razza che da sempre desiderate!

Le malattie dermatologiche del gatto (R-U)

malattie dermatologiche gatti R-U

Oggi concludiamo la nostra panoramica sulle principali malattie dermatologiche dei gatti; ieri abbiamo conosciuto eczema, forfora e papilloma, oggi è il turno di rogna, tigna, tricofizia e ulcera labiale.

Rogna. La rogna dei gatti è detta sarcoptica, perché è provocata da un acaro chiamato sarcoptes cati; in caso di attacco di rogna, il gatto sentirà un prurito molto forte, che lo porterà a grattarsi con molta foga, fino alla caduta di ciuffi di pelo. Di solito, le zone più colpite dalla rogna sono la testa e gli arti inferiori; per fortuna, questa malattia e curabile con l’ausilio di pomate e lozioni consigliate dal veterinario.

Tigna favosa. La tigna è una dermatite provocata da alcuni funghi che si attaccano al gatto con il contatto con alcuni topi che ne sono portatori; la tigna si presenta con arrossamenti e croste con avvallamenti centrali che ricordano i favi degli alveari: da qui la denominazione “favosa” per questo tipo di tigna. Le zone più colpite sono gli arti, la testa e l’addome; la tigna è una malattia curabile sia con gli antibiotici, sia applicando delle apposite pomate sulle croste provocate dai funghi.

Hachikō, esempio di fedeltà

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La storia odierna è quella di Hachikō , un cane di razza Akita nato nel 1923 e vissuto in Giappone: venne adottato ancora cucciolo da Hidesamuroh Ueno, un professore universitario che ogni mattina si dirigeva alla stazione per andare a lavorare. Il fedele cane lo accompagnava al mattino e ritornava a prendere, ogni giorno. Purtroppo però un giorno il padrone Ueno muore mentre si trova al lavoro a causa di un attacco cardiaco: il piccolo Hachikō non sa nulla e a fine giornta come suo solito si reca in stazione per attendere il padrone.

Ma questi, ovviamente, non scende come al solito dal treno: Hachikō aspeta e aspetta, ogni giorno si reca alla stazione, speranzoso, ma resta sempre deluso, di Ueno non vi è traccia. Con il passare del tempo, il capostazione e le persone che prendevano quotidianamente il treno iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di accudirlo offrendogli cibo e riparo. Nonostante il passare degli anni il cane continuò a recarsi alla stazione per poter rivedere il suo padrone, fino all’8 marzo del 1935 giorno in cui Hachikō morì di filariasi dopo aver atteso, ininterrottamente, per ben 10 anni, il ritorno di Ueno.