Psittaciformes. Ovvero l’ordine a cui appartengono una gran moltitudine di uccelli, noti a tutti come Pappagalli. La diffusione di questi animali è avvenuta principalmente nelle zone tropicali e subtropicali del mondo, Africa, Oceania, India e Asia sudorientale.
Possiamo riconoscere i pappagalli da alcune caratteristiche fisiche:
- La posizione del corpo, che a differenza di quella di molti altri (piccoli) volatili non è piegata, ma tende ad essere eretta;
- Il becco ricurvo, che ricorda quello dei rapaci (falchi e avvoltoi ad esempio), e che rende il pappagallo specializzato nell’apertura dei frutti o dei semi legnosi;
- La mandibola superiore non si fonde con il cranio, in questo modo i pappagalli possono effettuare dei movimenti piuttosto sciolti con il becco e con la testa;
- Il numero delle dita delle zampe, che sono quattro e sono opposte tra loro e accoppiate a due a due;
- E infine la caratteristica forse più famosa: alcune specie riescono a imitare e riprodurre suoni e voci umane.
I pappagalli che meglio riproducono suoni e parole sono i Cinerini, ovvero quelli di colore tendente al grigio, e anche quelli della specie Ara più grandi (quelli dal caratteristico colore rosso e blu). Quando sono liberi in natura i pappagalli comunque tendono a non imitare suoni e versi, questa loro tendenza si sviluppa quando sono tenuti in cattività e instaurano un rapporto affettivo con i loro proprietari. I pappagalli infatti spesso “parlano” o per attirare l’attenzione o anche quando qualcuno, principalmente il loro padrone, si avvicina e tende ad instaurare una sorta di dialogo con loro. Questa capacità sembra sia data dal fatto che numerose loro emissioni vocali, proprie della specie, somiglino ad alcune consonanti e vocali del parlato umano, e quindi per i pappagalli risulta estremamente semplice riprodurre dei suoni così simili alla loro “lingua”.