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Api domestiche contro api selvatiche?

Le api domestiche causa della sparizione delle api selvatiche? È un’ipotesi che è stata formulata dopo uno studio condotto sull’isola di Giannutri. Cerchiamo di scoprirne qualcosa di più.

Api domestiche pericolose per quelle selvatiche?

Tenendo sotto osservazione all’interno dell’arcipelago toscano la popolazione di questi insetti è stato possibile rilevare come negli ultimi quattro anni sia calato dell’80% il numero delle popolazioni selvatiche. E secondo gli scienziati che si sono occupati della ricerca, le api selvatiche potrebbero essere state messe in pericolo dalle api domestiche.

Più nello specifico il calo ha riguardato i Bombus terrestris e le Anthophora dispar. Sarebbero proprio le classiche api da miele, allevate dall’uomo, a rendere più difficile la sopravvivenza di quelle non in cattività. Sono queste le considerazioni della sperimentazione condotta dall’Università di Firenze e Pisa nella piccola isola di Giannutri, all’interno del Parco nazionale dell’arcipelago toscano.

Un luogo perfetto per eseguire una sperimentazione del genere, data la mancanza della presenza dell’uomo in pratica, se si pensa che al suo interno non vi è nemmeno la linea telefonica. L’unico vero elemento considerato di disturbo è proprio la presenza dell’ape mellifera, giunta sei anni fa sull’isola per consentire una produzione di miele senza criticità.

Lo studio sopra descritto, pubblicato sulla rivista Current Biology, ha portato al mancato rinnovo, perlomeno temporaneo, della concessione relativa all’allevamento delle api da miele. Come hanno spiegato i ricercatori, sull’isola le api domestiche sono il doppio di quelle naturalmente presenti mediamente in Europa. Un numero più alto di ciò che viene ritenuto come sostenibile a livello scientific. E che può aver modificato la presenza delle popolazioni di api selvatiche.

Meno polline e nettare a disposizione

Venendo a mancare una corretta disponibilità di polline in grado di nutrire le larve e di nettare, è naturale che le popolazioni ne abbiano risentito. È proprio questo che è stato notato dagli esperti in questione, lavorando in collaborazione con gli apicoltori e il Parco naturale.

Tra le cose notate vi sono non solo una maggiore disponibilità di polline e nettare quando le api da miele erano chiuse nelle arnie, ma anche il fatto che la popolazione di quelle selvatiche sia scesa drasticamente. Ovviamente non è possibile dare per certo un nesso causa-effetto. Ma senza dubbio viene preso in considerazione come possibile concausa per via dell’essere l’unico fattore rilevante modificatosi negli ultimi quattro anni.

Cosa ci insegna questo? Senza dubbio che è necessario tutelare la biodiversità, anche in materia di api. Non avendo rinnovato proprio per via dello studio il permesso di permanenza delle api da miele sull’isola, il progetto scientifico continuerà a osservare se la situazione si modificherà senza la loro presenza.

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