Una casa privata, una segnalazione e la scoperta da parte delle guardie zoofile dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) di uno scenario pazzesco. E’ accaduto sabato scorso, a Busto Arsizio, nel pieno dell’ondata di maltempo. Nel giardino una struttura abusiva e non a norma, tutta coperta da teli scuri, all’interno del quale 10 cani totalmente al buio. Un pastore tedesco, piuttosto anziano, libero, gli altri (boxer, shitzu e galgo spagnolo) chiusi nei trasportini tra feci ed urine. Niente cibo e ciotole d’acqua congelate. In casa quattro gatti soriani chiusi in un bagno, sempre in oscurità totale a causa delle tapparelle chiuse.
Ed Infine due testuggini acquatiche del tipo Trachemys Scripta Elegans (tartarughe dalle orecchie rosse) scovate nel sottoscala dell’abitazione in un terracquario, con filtro e riscaldatore spenti, e senza la giusta quantità d’acqua. Questo però non è il solito caso di maltrattamenti di animali, ma una emblematica storia che deve far riflettere. Chi si accompagna a 10 cani, 4 gatti e due tartarughe, nel proprio domicilio dovrebbe sicuramente essere una persona che ama gli animali. Altrimenti perché averli? E così era conosciuta la padrona di casa (ora denunciata): un’attivista, sempre pronta a difendere e tutelare gli animali, che aveva fatto anche la domanda per diventare guardia zoofila. Figuratevi la sorpresa delle guardie dell’Oipa nello scoprire le condizioni in cui venivano detenuti gli animali della donna stessa.
Pensate che i gatti soccorsi erano talmente terrorizzati, che non è stato possibile visitarli (uno è fuggito), mentre i cani sono stati trovati in totale stato di denutrizione e con difficoltà motorie. Mi preme dire che amare gli animali è una cosa diversa, ma a volte non ce se ne rende conto. Un cane, un gatto, una tartaruga o un pesce rosso, non sono dei soprammobili o degli oggetti che si raccolgono dalla strada: hanno bisogno di cure, di amore, se non si ha il tempo e la capacità di farlo, è meglio lasciar stare. Un cane randagio vive sicuramente meglio in strada che imprigionato in un trasportino non adatto alle sue misure senza cibo o possibilità di muoversi.
Magari nelle intenzioni della donna, i teli scuri servivano a non far prendere freddo agli animali. Incomprensibile quello che la mente umana o forse l’ignoranza riesce a fare. Meno male che esistono le segnalazioni e le associazioni animaliste che si occupano di verificare, proprio come l’Oipa, che nel caso specifico è intenzionata a costituirsi parte civile nel processo penale contro la proprietaria denunciata per “detenzione di animali in condizioni incompatibili con la propria natura e produttiva di gravi sofferenze”.
Fonte e foto OIPA
Questi sono gli animalisti! Interessati solo a mettersi in mostra.