Cani in ospedale, per stare accanto ai loro padroni malati, regalando affetto, calore, vicinanza e perchè no, anche speranz. E’ quanto potrebbe presto accadere nella provincia di Vicenza, in Veneto, grazie all’Ulss 4 Alto Vicentino, Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali di Villa Nievo a Montecchio Precalcino. Questo centro infatti è in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità, per quel che attiene alla stesura del Testo di Legge che regolamenta il diritto per gli animali d’affezione di accedere in strutture socio-sanitarie quali case di riposo, centri per disabili, hospice e nosocomi.
Lino Cavedon, responsabile della direzione scientifica del Centro, è molto fiducioso riguardo al progetto e si auspica che tutto ciò possa trovare il riscontro legislativo che manca, ad oggi.
In Veneto esistono già esperienze di visiting di animali domestici rivolti ad utenti in case di riposo, in centri per disabili e negli ospedali. In futuro, dunque, si potranno ampliare le esperienze anche nei vari reparti. Naturalmente lo spazio dovrà essere individuato lontano da zone di preparazione pasti e da luoghi dove è richiesta la sterilizzazione.
Per quanto riguarda il nuovo ospedale unico di Santorso c’è attenzione, da parte del direttore generale Ermanno Angonese, a considerare al meglio quanto possa risultare di efficacia terapeutica per i pazienti ricoverati. È stato previsto, infatti, uno spazio dove il paziente che può uscire dalla stanza, avrà la possibilità di incontrare il proprio amico.
Pare che sia già in fase di studio un Protocollo Igienico Sanitario da osservare per le visite degli animali in ospedale: vaccinazioni obbligatorie, visita clinica e certificazione dello stato di salute rilasciata dal veterinario con frequenza mensile, esami di laboratorio, controlli dei parassiti della cute. Una buona socializzazione, un buon livello di autocontrollo e nessun disturbo agli altri pazienti completano gli elementi richiesti perchè il progetto prenda avvio. Fonte: il giornale di Vicenza