Un tenero cucciolo di cane e un vivace micino non bastano più a soddisfare la voglia di pets degli italiani. La parola d’ordine oggi sembra essere rettili. In particolare, lui, il re delle creature striscianti: il serpente. A sceglierlo come animale domestico sono in tanti e il numero aumenta di giorno in giorno.
Gestire la presenza di un pitone tra le mura di casa non è certo cosa semplice e appare di gran lunga più problematico di qualsiasi altra difficoltà, per quanto grave possa essere, che può sorgere con i mammiferi. Lo dimostrano i recenti ritrovamenti a Roma di serpenti pericolosissimi sfuggiti al controllo dei loro proprietari, oppure abbandonati perchè diventati ingestibili e troppo impegnativi da mantenere in cattività.
Ma cosa spinge ad innamorarsi di un serpente piuttosto che di un criceto o di un gatto? La passione per i rettili, senza alcun dubbio. Nei casi migliori, un reale interesse per questi splendidi esemplari. Molto spesso però è solo la moda dell’animale esotico a farla da padrona. Una curiosità superficiale che spinge senza pensarci due volte a prendere con sè un serpente per poi liberarsene quando diventa troppo ingombrante e/o l’entusiamo iniziale si è spento.
Ultimo, ma non da meno, anzi motivo fondamentale è l’aspetto economico. In tanti allevano e fanno riprodurre specie come boa e pitoni per ottenere facili guadagni in un mercato in costante crescita. A denunciarlo è l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, che avverte sui rischi derivanti da un simile commercio illegale. Come spiega Giovanni Guadagna, responsabile Ufficio cattività di Enpa:
Non vi è città, paese o contrada italiana che non abbia, nascosto tra le mura domestiche, qualche rettile destinato alla riproduzione o, spesso, alla vendita via internet.
Un pitone arriva a fruttare tra le 400 e le 800 euro sul mercato clandestino. Per un boa possono venire chiesti fino a tremila euro.
[Fonte: Tiscali animali]
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