Spesso gli anziani sono costretti ad abbandonare i loro amici a 4 zampe perché negli ospizi non c’è posto per cani e gatti. A Torino, a partire dall’anno scroso, il regolamente comunale prevede l’inserimento degli animali domestici nelle case di riposo accanto agli ospiti autosufficienti, che potrebbero prendersene cura. Il regolamento, però, parla in termini di possibilità e non di obbligo, così poche struttere lo applicano.
E’ il caso dell’istituto Carlo Alberto di corso Casale, gestito dall’Asl, secondo il quale se un aziano, ad esempio, volesse portare con sé il suo cane Yorkshire, non potrebbe farlo per ragioni di iegiene e perché la legge lo vieta. Stesso copione per la lla Residenza Crocetta di via Cassini, dove la situazione è persino peggiore. Se i parenti in visita, infatti, vogliono portare il proprio cane, devono prima chiedere il permesso al direttore.
Leggermente migliore, invece, è la situazione al convitto Principessa Felicita di Savoia, dove viene fatta pet-therapy con un cane, mentre gli anziani hanno fatto amicizia con una colonia felina, tuttavia, sempre per ragioni igienico-sanitarie, non è possibile potersi portare dietro gli animali d’affezione. L’unica “mosca bianca”, è l’istituto Cimarosa di via Ghedini, gestito dal Comune, dove in stanza sono ammessi i gatti, ma non i cani, per i quali, a parere della struttura, ci sarebbero troppi problemi logistici, visto che vanno portati a passeggio.
La consulta animalista di Torino, nel tentativo di far rispettare il regolamento comunale, chiederà un’incontro con l’assessore al welfare Elide Tisi. Come ha spiegato il presidente Francone:
E’ necessario accogliere nei canili gli animali degli anziani che non riescono più a stare a casa propria, ma sarebbero ancora in grado di badare ai loro amici a 4 zampe. I nostri volontari, inoltre, si offrirebbero per turni di passeggio e piccole cure.
L’assessore Tisi, ha replicato che solo in rarissimi casi un anziano autosufficiente deve separarsi dal suo animale. Inoltre, nelle case di riposo bisognerebbe incentivare la pet-therapy.
Via|La Stampa; Photo Credit|ThinkStock
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