Appena qualche settimana fa parlavamo dei benefici sul benessere psicologico che derivano dal possedere un animale domestico: meno ansia, un rimedio naturale alla depressione, reazioni migliori allo stress, un minor senso di solitudine, un carattere più rilassato e socievole. E poi ci sono i vantaggi a livello fisico, come una maggiore attività fisica in compagnia del proprio cane, ad esempio, con un conseguente tasso di riduzione del rischio di mortalità dovuto a malattie cardiovascolari, sovrappeso, vita sedentaria. Eppure c’è chi sostiene, come Harold Herzog, docente di psicologia alla Western Carolina University, che cani e gatti forse non ci rendono più sani e felici. Lo dice controcorrente e contro tutti gli studi finora effettuati sulla relazione pets/benessere psicofisico dei proprietari e sono quasi certa che molti di voi, amici di Tuttozampe, come me, non sarete affatto d’accordo con quanto sostiene Herzog.
In un articolo che verrà pubblicato sulla rivista Current Directions in Psychological Science, organo di pubblicazione della Association for Psychological Science, lo psicologo sostiene che gli studi effettuati sinora sull’argomento hanno dato risultati troppo controversi per poter affermare con certezza che i proprietari di animali domestici siano effettivamente più sani e più felici rispetto a chi non possiede un pet.
Herzog ci tiene a precisare che possiede un animale domestico e che non vuole affatto sminuire il ruolo dei tuttozampe nelle nostre vite. Semplicemente, è convinto che occorrano studi più mirati e con metodologie decisamente più affidabili di quelle usate spesso nelle ricerche precedenti. Ad esempio, in alcuni studi, ci si è affidati al giudizio dei proprietari per determinare le condizioni di benessere psicologico ed il ruolo personale giocato nella serenità dal proprio cucciolo ed invece andrebbero rivisti oggettivamente, con criteri più scientifici insomma e meno arbitrari. E’ del tutto plausibile, spiega l’esperto, che gli animali abbiano un ruolo sulla nostra salute e sullo stato emotivo ma dobbiamo ancora capire quanto è forte e come agisce di preciso anche per studiare nuove modalità di integrazione della pet therapy nel trattamento di alcuni disturbi psicologici e di diverse malattie.
A questo proposito, molto interessante è lo studio su larga scala avviato nel 2008 dal National Institutes of Health, della durata di cinque anni, volto ad approfondire nello specifico gli effetti dei pets sui bambini. Nel 2013 avremo dunque delle risposte scientificamente valide. Nel frattempo continuate pure a sorridere insieme ai vostri amici tuttozampe, non sarà certificato al 100% ma male sicuramente non può fare!
[Fonte: Are pet owners healthier and happier? Maybe not, Association for Psychological Science]