Animali depressi e in analisi? Succede sempre più spesso, tanto che i veterinari italiani stanno assistendo ad un vero e proprio boom di animali da compagnia, depressi e con padroni costretti a ricorrere all’analisi per aiutarli. Tra i casi segnalati ecco il cane in preda agli attacchi di panico, che morde chiunque gli capiti a tiro, il cane che teme di essere abbandonato e si fa divorare dall’ansia, il pappagallo che si strappa le penne e il cavallo annoiato che trascorre le giornate con lo sguardo perso nel vuoto. Senza dimenticare comportamenti autolesionisti e crisi vere e proprie. Un problema preoccupante di cui si è occupato il Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università Statale di Milano, che ha fornito i seguenti dati tramite la ricercatrice Clara Palestrini:
L’85-90% dei nostri pazienti sono cani con disturbi comportamentali, per il resto bussano alle nostre porte perlopiù gatti, animali in crisi che richiedono l’intervento di veterinari-psicologi, i comportamentalisti. I disturbi comportamentali, sono la prima causa di rottura con il nucleo familiare. Disagi che sfociano nell’abbandono dell’animale o addirittura nell’eutanasia.
In progetto anche un Master di secondo livello in Medicina comportamentale degli animali da affezione, proprio per formare veterinari esperti in questo settore: si tratta di un corso biennale, organizzato dal gruppo di lavoro di etologia e medicina comportamentale della Facoltà di medicina veterinaria, con il contributo delle principali associazioni di tutela della relazione uomo-animale. I dati confermano che il disturbo più frequente è senza dubbio l’aggressività, che scaturisce da uno stato di paura e di ansia, soprattutto da separazione.
Si tratta di un disturbo che si manifesta soprattutto nei cani adottati dal canile, che quindi hanno vissuto sulla loro pelle il dolore dell’abbandono. La paura di rivivere istanti in solitudine, quando ad esempio il proprietario esce di casa, può portarli a distruggere ogni cosa capiti loro a tiro.
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