Animali come mezzo di ricatto tra coppie che si separano o che decidono di interrompere una relazione. E’ quanto emerge dallo studio condotto da Aidaa, il quale ha confermato come questa pratica purtroppo sia ancora diffusa, soprattutto dagli uomini nei confronti delle donne, e come dietro tali situazioni si nascondano anche maltrattamenti o azioni di stalking, dove l’animale viene usato per tentare di costringere la controparte a compiere determinate azioni. Complessivamente le richieste di aiuto che rientrano in questa categoria sono state 398 nel corso dei tre anni e di queste a denunciare l’uso del cane come mezzo di ricatto sono state in ben 344 casi le donne a fronte di 54 uomini. In totale si è trattato di 213 le coppie in fase di separazione o divorzio e 186 le coppie di fatto.
In oltre il 90% dei casi, dietro la minaccia di non far vedere più il cane o il gatto di casa si nasconde un vero e proprio ricatto nei confronti della controparte. Lorenzo Croce presidente dell’associazione Aidaa commenta:
L’uso degli animali come mezzo di pressione e ricatto è purtroppo un fatto notorio, in tutti questi casi noi ci limitiamo ovviamente ad occuparci della vicenda legata alla gestione dell’animale di casa tenendo conto di quelle che sono le leggi vigenti in materia di diritti e tutela degli animali. La proibizione di vedere il cane di casa diventa parte integrante di un maltrattamento psicologico, che spesso è accompagnato da maltrattamento fisico nei confronti della donna, fatto questo che non dobbiamo assolutamente sottovalutare.Riteniamo inammissibile l’uso degli animali come mezzo di ricatto familiare.
Tutti coloro che vivono una situazione di tale genere non deve temere la denuncia: avere accanto a se il proprio amico a quattro zampe nei momenti di maggiore sconforto, come quelli provocati dalla fine di una relazione amorosa, è molto importante e può influire molto sul proprio benessere psicofisico. Senza dimenticare che è possibile richiedere l’affido condiviso degli animali domestici in fase di separazione.
Fonte: Aidaa
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