Come se non bastassero tutti i soprusi che già subiscono, sugli animali grava una nuova minaccia che non ha precedenti nella storia della crudele stupidità umana: i selfie. Sempre più spesso, infatti, le cronache riportano casi di animali minacciati, maltrattati, ridotti in gravi condizioni, quando non uccisi, per il capriccio umano di fare un selfie. Addirittura ai danni di animali ritenuti pericolosi. Gli ultimi due tristi casi infatti riguardano uno dieci squali tigre portati sulla riva di una spiaggia australiana da due giovani pescatori per il gusto di fare un click, e l’altro in Libano, una tartaruga marina ridotta in fin di vita dai bagnanti per lo stesso motivo.
Facciamo un sacco di pesca d’altura e quando non è stagione di pesci marlin dobbiamo in qualche modo farcela passare.
Con questa ‘nobile’ motivazione, due giovani pescatori, Josh Butterworth e John Bonnitcha, hanno spiegato la loro ultima ‘trovata’: durante una recente battuta di pesca al largo della costa occidentale dell’Australia, i due hanno deliberatamente catturato e trascinato esanimi a riva, dieci squali tigre con il solo intento di divertirsi e immortalarsi in un selfie. A loro la stampa locale ha dedicato spazio con tanto di foto con gli squali presi che compaiono anche sui loro profili Facebook, oltre alle sconcertanti dichiarazioni rilasciate. Hanno anche precisato che a loro non interesava uccidere gli animali tanto che li hanno poi rimessi in libertà; intanto gli squali sottratti al loro habitat naturale sono stati storditi a sufficienza.
La natura ha sempre ragione: se un pesce potesse parlare preferirebbe tacere, diceva l’etologo Giorgio Celli. Oggetto di una mitologia negativa, protagonisti di film horror, non si dice mai però che gli squali ritenuti animali assassini sono uccisi a milioni dall’uomo ogni anno anche per farne zuppe che la medicina tradizionale cinese considera terapeutiche. Fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema marino, a rischio estinzione, ora sono minacciati anche dai selfie!
E che dire invece della povera tartaruga marina che all’Havana Beach nei pressi di Beirut in Libano, è stata maltratta e ridotta in fin di vita dai turisti? Addirittura un bambino, con la complicità del genitore, le salta in testa. Intorno un capannello di persone intento a fare selfie, proprio come già accaduto quando un raro cucciolo di delfino spiaggiato è stato fatto morire da chi lo fotografava.
Secondo alcuni testimoni, la tartaruga marina è stata duramente picchiata da un bagnante che l’ha prelevata dal mare e gettata sulla riva, solo per il gusto di divertirsi a scattare foto. Maltrattata, colpita sulla testa, poi abbandonata sul bagnasciuga, l’animale è stato soccorso da persone compassionevoli e portato in gravi condizioni presso un centro di recupero gestito dall’Associazione ‘Animals Lebanon’.
Ha subito delle ferite molto gravi sul cranio e sulla parte superiore della testa, lì dove è stata colpita. C’è una depressione evidente sulla testa e l’osso è stato danneggiato. Questo ha condizionato in maniera determinante anche la sua respirazione, ha detto Jason Mier, direttore esecutivo di ‘Animals Lebanon’.
La tartaruga è stata messa in una piscina per riprendersi. Il peggio è passato, ma deve vedersela con crisi respiratorie e guarire dalle contusioni riportate. Le tartarughe marine quali le caretta caretta sono una specie protetta e in via di estinzione che abita le spiagge del Libano. Chissà per quanto ancora: come ha spiegato l’associazione animalista, non è la prima volta che interviene a salvarle dalla furia dei selfie.
Fonte dailymail.co.uk e greenarea.me
Photo credits facebook.com facebook.com e animalslebanon.org e greenarea.me
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