La deforestazione dell’Amazzonia, l’inquinamento che non accenna a migliorare, la diminuzione dell’acqua dolce nei laghi e un equilibrio precario negli ecosistemi dele barriere coralline. L’elenco probabilmente potrebbe continuare a lungo, ma basta conoscere questi dati per comprendere come la natura stia vivendo un momento molto delicato e un intervento tempestivo per evitare che la situazione peggiori, è l’unica cosa auspicabile. Mentre la popolazione umana sembra non soffrire dei cambiamenti, tra l’altro provocati in parte dagli stessi uomini, gli animali continuano a dimezzarsi di numero e quasi tutte le associazioni ambientaliste cominciano a denunciare il problema. Adesso a lanciare l’allarme è pure l’Onu all’interno del suo ultimo rapporto che farà da testo principale nel corso del summit internazionale in programma a Nagoya, in Giappone, ad ottobre prossimo.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è intervenuto commentando i dati: “Per affrontare le cause della perdita della biodiversità, bisogna dare maggiore priorità alla sua tutela quando si adottano decisioni in tutti i settori della vita economica“. Secondo il “Global Biodiversity Outlook 3”, infatti, flora e fauna sarebbero in serio pericolo pure per cinque processi che sono intervenuti insieme. Si tratta, nello specifico: della popolazione in aumento che nel 2050 porterà ad una popolazione totale di 9 miliardi di persone, il sovrasfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento atmosferico, il cambiamento di territorio da parte di molte specie e i cambiamenti climatici.
Il 21 per cento dei mammiferi rischia di sparire, il 30 per cento di anfibi, il 12 per cento dei volatili, il 17 per cento degli squali e il 27 per cento dei coralli. La cosiddetta “lista rossa“, è stata preparata dall’Unione Internazionale per la conservazione della natura. Da tenere d’occhio in particolare gli uccelli delle regioni agricole europee, devastate dall’inquinamento e i volatili marini, diminuiti del 44 per cento. Molti esemplari si sono, poi, spostati dai luoghi dove vivevano un tempo e devono abituarsi alle nuove condizioni. Una balena del Pacifico, ad esempio, è stata avvistata di fronte alle coste di Israele e le “specie aliene in Europa”, in questo senso, sarebbero tantissime, almeno 11 mila.