Non c’è creatura al mondo, umana e non, che non abbia una propria personalità, dei sentimenti profondi e dei modi di agire magari unici: questo insieme di caratteri peculiari, viene detto “etogramma“. Nel caso degli animali, la specie ne accomuna in gran parte atteggiamento e tendenze e, per questo motivo, quando si decide di ospitare in casa un amico a quattro zampe, è sempre bene conoscerli per capirli maggiormente e riuscire ad instaurare con loro un rapporto salto e duraturo. L’affetto, da solo, non basta, perchè anche un profondo amore non mette al riparo un padrone da errori grossolani o dalla totale impreparazione di fronte ai reali bisogni di un pet.
Per l’uomo, spessissimo, è naturale pensare che gli animali “sentano” in modo quasi telepatico e non si rendono conto che captano, di volta in volta, ansie e stati d’animo. Al contrario i padroni, nella stragrande maggioranza dei casi, non sanno nemmeno spiegarsi perchè un gatto o un cane, si stiano leccando il naso e abbiano alzato la coda a bandiera. Insomma, le persone sono portate a considerarli come esseri in grado di adottare un modo di fare quasi umano e poi si meravigliano se, ad esempio, vengono morsi dal cucciolo del vicino mentre lo stanno accarezzando, non rendendosi conto che sono diversi i parametri di comprensione di un semplice gesto.
L’etologia, la disciplina che studia l’etogramma, classifica le espressioni comportamentali secondo degli schemi predefiniti che sono: 1- la complessità di un esemplare o di una specie, perchè è pur vero che habitat e situazioni prolungate nel tempo possono indirizzare un animale verso un atteggiamento ben definito. Esistono, nello specifico, tendenze che crea il tempo e componenti filogenetiche di natura innata che un padrone deve riuscire a comprendere e valutare. In ogni caso, la specie di appartenenza fornisce già una chiara impronta, sul comportamento. 2- l’origine, 3- le cause e 4- la struttura fisica stessa.