Il gatto American Shorthair è una tra le razze più amate in America, e discende direttamente dal gatto europeo, portato a bordo delle imbarcazioni nei primi anni dell’esplorazione e della colonizzazione (tra il 1500 e il 1600) per la sua fama di abile cacciatore di roditori. Sembra, inoltre, che nel Nord America, prima dell’arrivo degli esploratori, non esistessero gatti domestici.
L’American Shorthair che oggi conosciamo è il frutto di un gruppo appassionati di selezionatori, che ne fece una razza forte ed originale. Il primo esemplare della storia, di nome Buster Brown, nacque da un incrocio tra un British Shorthair e un gatto americano a pelo corto nel 1904.
Questo felino ha una struttura ben proporzionata, con una muscolatura abbastanza robusta, e la sua taglia è medio-grande. I maschi, infatti, possono arrivare a pesare anche 7 kg, mentre le femmine 5 kg. La testa è larga e arrotondata, mentre il muso piuttosto corto e quadrato. Anche il naso è corto, le orecchie sono ben distanziate e gli occhi tondi e brillanti. La coda non è particolarmente lunga, più larga alla base e con punta mozza. Le zampe, invece, sono grandi e forti. Il pelo, nonostante sia corto, è molto folto, soprattutto nei mesi invernali. Lo standard ammette una vasta gamma di colori, e molti disegni del mantello.
L’American Shorthair è un gatto decisamente longevo, può vivere, infatti, anche 15 anni. Possiede una grande intelligenza, e un temperamento affettuoso, anche con i bambini. Nonostante non eserciti più le sue “arti venatorie”, non ha perso l’istinto per la caccia, ed è un eccellente saltatore. Non disdegna la vita d’appartamento, a patto che di tanto in tanto gli venga concessa la libertà di allontanarsi o di scorrazzare in un terrazzo. Inoltre, avendo uno spiccato senso dell’orientamento, nonché un forte amore per la casa, torna sempre dai proprietari.
VIA|ANFI; Photo Credits|shishamo72 su Flickr
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